Taormina. “Vogliamo portare il Catania ai massimi livelli”: con questa frase Ross Pelligra, ospite del festival letterario Taobuk, ha scatenato l’entusiasmo dei tifosi rossazzurri presenti ieri al Palazzo Duchi di S. Stefano di Taormina. Il presidente del Catania Fc è stato il protagonista dell’incontro culturale dal titolo: “Diamo un calcio alle diseguaglianze. Sport, libertà e inclusione”. I riflettori erano puntati esclusivamente su di lui, con tanti giornalisti e addetti ai lavori attenti a ogni sua singola parola.
Intorno al club etneo c’è grande entusiasmo e anche nella capitale siciliana del turismo, da sempre legata ai colori sportivi del Catania, si tifa per la squadra rossazzurra. A tal punto che ieri, alla fine della tavola rotonda, l’imprenditore australiano è stato letteralmente travolto dall’affetto di tanti supporter, molti dei quali provenienti anche dai Comuni del comprensorio.
Tante foto-ricordo, selfie con tutti e una dichiarazione d’amore per la città di Taormina durante la chiacchierata con l’assessore comunale allo Sport, Mario Quattrocchi, che in questa occasione ha fatto gli onori di casa: “Taormina è una location meravigliosa, terra di sole, storia e cultura – ha detto Pelligra all’assessore Mario Quattrocchi – e mi piacerebbe acquistare una casa qui. Per me era la prima volta in questa città e ne sono rimasto affascinato. Voglio tornare spesso a Taormina, visitarla meglio e conoscere anche gli angoli più nascosti. Grazie per questa fantastica accoglienza”.
L’imprenditore, accompagnato ieri a Taormina dal vicepresidente Vincenzo Grella, dal responsabile storico della comunicazione della società rossazzurra, Angelo Scaltriti, e dall’ad di Pelligra Italia, Giovanni Caniglia, si è poi soffermato a parlare di calcio: “Prima di arrivare in Serie A, bisognerà lavorare per conquistare la promozione tra i cadetti: “Dopo il salto tra i professionisti avvenuto alcune settimane fa – ha spiegato il presidente – ora ci stiamo muovendo per affrontare da protagonisti anche il prossimo campionato di Serie C. Il nostro sogno è vincere il girone e approdare in Serie B. Ma non sarà facile. Il bello del calcio è che puoi essere in vantaggio di 3 gol e poi perdi la partita. Durante la stagione, inoltre, ci può essere sempre qualcosa che non va per il verso giusto. Noi, comunque, ce la metteremo tutta. Vogliamo lavorare anche per assicurare il futuro a tanti giovani. Senza formazione, senza allenamento e senza esperienza, non si può diventare campioni. Noi crediamo nella forza di creare comunità. Il prossimo anno, allo stadio, vogliamo le famiglie, quindi i bambini, le mamme, gli zii e i nonni. Ogni domenica quando giochiamo in casa deve essere sempre una grande festa”.
Al meeting di ieri, a parte Pelligra, erano presenti anche: Orazio Arancio (ex nazionale italiana rugby e presidente della Commissione Nazionale Tecnici del Coni), Giovanni Caniglia (amministratore delegato Pelligra Italia), Vincenzo Grella (vicepresidente e amministratore delegato Catania Fc), Paolo Pizzo (schermidore, membro del Consiglio nazionale Coni) e Luis Scola (chief executive officer Pallacanestro Varese). A moderare l’incontro è stato il giornalista Giovanni Finocchiaro.
“Con la famiglia Pelligra – ha sottolineato Vincenzo Grella, vicepresidente e amministratore delegato del Catania Fc – stiamo cercando di creare qualcosa di importante che duri nel tempo. Oggi non so quanti giovani hanno voglia di fare sacrifici per riuscire nel calcio. Quello che stiamo cercando di fare nella nuova pagina del Catania Fc è creare una piattaforma. Dobbiamo creare una cultura sportiva per condividere delle idee sane. I ragazzi della Sicilia avranno in noi un’opportunità se loro sono disposti a fare sacrifici per ottenere quel risultato e cioè indossare un giorno la nostra splendida maglia. Bisogna condividere i momenti belli ma anche quelli brutti. Lo sport non significa solo vincere. Si può anche perdere. Ma quando c’è lo spirito giusto e quando c’è un forte senso di appartenenza si possono superare tutte le difficoltà. E nello sport, ci sono squadre che vincono nonostante scendano in campo pensando di non vincere. Quando c’è una cultura sportiva sana e quando c’è la volontà da parte della dirigenza di non guardare solo ai risultati, ma quella di focalizzarsi su un’identità, si può andare veramente lontano”.