Castelmola. “La data del 17 settembre 2022 verrà ricordata a lungo da molti contradaioli, ancora scossi dall’incendio disastroso che ha annerito il nostro cielo per più di 15 ore”: a dichiararlo è Jenny Gullotta, vicepresidente del comitato “Amici delle Contrade” di Castelmola.
“Un vasto rogo – prosegue Jenny Gullotta – ha colpito 7 delle nostre contrade. Dalle 7.30 del mattino, l’incendio è stato domato in nottata. Dopo aver percorso svariati ettari e annerendo le colline e i valloni di alcuni rioni, le fiamme sono partite da Tifani passando per Manca e Acqualorto fino ad arrivare a Grimaudo, Trupiano, Curria e Dammare. Quelle ore sono state difficili anche perché fin dalle 10 del mattino si richiedeva l’intervento aereo che è arrivato, però, solo 7 ore dopo, alle 17.23 è stato fatto il primo lancio. Questo è stato solo l’ultimo incendio di un’estate torrida non solo nel clima, ma anche nel numero e nella portata dei roghi. Il nostro gruppo Stop Fuoco & Fango ha segnalato qualcosa come 30 incendi che non solo hanno annerito i Comuni di Taormina, Castelmola e Giardini, ma anche quelli limitrofi. I nostri cittadini, vedette ormai, appena vedono un fumo, che sia vicino o lontano, lo segnalano. Questo anche se fosse di Comuni a noi lontani perché la salvaguardia del territorio non ha confini che tengano. Ma questi mesi sono stati di apprensione totale da parte di tutti, incendi vasti e devastanti hanno percorso in lungo e in largo moltissime contrade, le foto e i video sono terrificanti perchè documentano un territorio devastato, dove per interi valloni non esiste più un albero, un tratto di interfaccia o di macchia mediterranea. Niente, non esiste più niente. E se ancora abbiamo ben chiaro gli urli di terrore per le fiamme vicine alla propria casa e ancora sentiamo odore di fumo guardiamo il cielo nella speranza che non arrivino le bombe d’acqua. Chi vive le contrade sa che l’emergenza non è finita, in estate gli incendi e in autunno e in inverno le alluvioni caratterizzano lo scandire inesorabile delle nostre stagioni. I valloni hanno naturali compluvi che arrivano ai torrenti Sirina, S. Giovanni e S. Venera che sono stracolmi di detriti dalle alluvioni precedenti. I costoni delle nostre colline non hanno più un albero che possa trattenere le inesorabili colate di fango che per la naturale conformazione ambientale arriveranno a valle. A quel punto cosa accadrà? I ragazzi che vanno a scuola, gli adulti che dovranno con le macchine andare a lavorare e che dovranno attraversare ponti o semplicemente le strade, cosa dovranno aspettarsi? Noi abbiamo scelto e scegliamo ogni giorno di vivere le nostre contrade, da lì non ce ne andremo per paura di un incendio o di una frana o di uno smottamento, ma i Comuni a noi vicini pagheranno un prezzo alto se non si interviene seriamente e per tempo. Abbiamo visto durante gli incendi nelle nostre contrade delle gravi criticità, prima fra tutte il mancato coordinamento delle forze che intervengono. Bisogna che la squadra che arriva prima sull’incendio comunichi subito la vastità del rogo chiamando supporto. Non possono essere i civili a farlo anche perché spesso occupiamo anche le linee e molte volte non essendo competenti potremmo anche creare disguidi. Non si può avere un intervento aereo solo dopo l’intercessione del sindaco del paese di turno investito dall’incendio e per giunta non lo si può aspettare per 7 lunghe interminabili ore. Nell’emergenza non può passare tutto questo tempo. Chiediamo quindi un maggiore coordinamento tra le forze, a cui va il nostro immenso e profondo grazie per tutto il lavoro che fanno, nello specifico i vigili del fuoco di Letojanni e di Mojo Alcantara, il Corpo Forestale di Savoca, la Protezione Civile di Giardini Naxos e di Taormina, che hanno svolto e svolgono un lavoro encomiabile. Chiediamo che tutti gli alvei dei torrenti Sirina, S. Venera e S. Giovanni vengano svuotati a monte come a valle per evitare ulteriori disastri. Il fango inesorabile a valle arriverà. Ma come non stiamo a guardare quando c’è un incendio, così i contradaioli vogliono aiutare. Il nostro gruppo ha già 10 nominativi di uomini e donne che vogliono essere formati per aiutare a spegnere gli incendi ed essere di supporto laddove fosse necessario. Noi amiamo le contrade, ribadiamo che da qui non ce ne andremo e le difenderemo. Per questo vogliamo poterlo fare formandoci e chiedendo aiuto alle istituzioni perché dove non ci sono più alberi vogliamo piantarli, ma lo Stato ci deve aiutare. Chiediamo che vengano individuati dei fondi da dare a chi vive nelle contrade per ripopolare flora e fauna. Chiediamo che lo Stato faccia seriamente qualcosa di pratico per assicurare alla giustizia questi criminali ambientali che mettono a repentaglio la nostra vita e quella dei soccorritori. I criminali non possono sempre restare impuniti e ridurre in cenere centinaia di ettari di territorio”.