Taormina. Quando nel tardo pomeriggio di un assolato giorno dell’inimitabile “quasi estate” siciliana, ricca di piacevolezza, il fascino dell’antico si lascia corteggiare con brio e leggiadria da una visione scultorea moderna, illuminata e variopinta, fiorisce l’arte e gode lo spirito: è accaduto nei giorni scorsi, sulle note di un’impercettibile poesia data dalla sublime cornice paesaggistica nel giardino del Belmond Grand Hotel Timeo, la perla della “Perla”. L’esposizione “Coloring the World” del celebre artista Pascale Marthine Tayou è lo splendido germoglio dell’intesa tra Lorenzo Fiaschi, anima e fondatore di quella “Galleria Continua” che oggi è tra i più importanti riferimenti del pianeta in tema di esposizione e fermento d’arte contemporanea, e Massimiliano Puglisi, audace general manager del gioiello architettonico, storico e culturale ai piedi del Teatro Antico di Taormina. La prima magia di Pascale si è realizzata vivificando una tradizione impeccabile con l’impronta cromatica sui muretti in “pietra eterna” che incorniciano la curatissima flora del Timeo, sanamente contaminati. Si è celebrato così il trionfo di tutti i colori in un’atmosfera d’immutata classe ma tutt’altro che ingessata, a giudicare dal fitto dialogo tra i partecipanti: un successo nel successo da ascrivere ad Alessandra Lo Re, brillante pr manager Belmond Sicily. Spesso, il garbato scambio d’impressioni è sfociato nell’inclinazione al sorriso soddisfatto, ben oltre i confini della circostanza ma nel puro godimento di un gruppo divenuto per almeno un’ora, quella dell’incontro, comunità da caffè-concerto guidata dalle suggestioni offerte anche dalle parole di un uomo dotato di grande magnetismo la cui parabola scultorea è in fase ulteriormente e nettamente ascendente: al sindaco Mario Bolognari, alle personalità di spicco e ai numerosi appassionati accorsi, Lorenzo Fiaschi ha illustrato i margini d’eccellenza delle creazioni e delle ispirazioni di Pascale, ben lieto di realizzare e descrivere un accattivante “rainbow” partendo dai colori del suo vezzoso cappellino, suggeriti dalla Sicilia e dalla sicilianità così multietnica. Sulla stoffa bianca del copricapo dell’artista, è riprodotto quel fico d’india dalle pale verdi, dai frutti rossi e dalle infiorescenze gialle simili a stelle, inconsapevole ma vagheggiato richiamo alla bandiera del Camerun. Perché nello sbalorditivo itinerario di Tayou, le distanze infine si annullano, un po’ come nel giro del mondo da 156 voli aerei in un anno di Lorenzo, il cui viaggio da San Gimignano a Roma non è affatto breve, considerando il passaggio dalle sedi di “Galleria Continua” a Beijing, Les Moulins, Habana, Sao Paulo, Paris e Dubai. Taormina è mondo.
Angelo Scaltriti