Taormina. Taormina Film Fest 2021 ha dato ampio spazio al Cinema e la Sicilia, una vera e propria sezione collaterale che ha proposto una selezione di film girati nell’isola e finanziati dalla Regione Siciliana. L’ultimo dei quali proiettato sabato pomeriggio al Palazzo dei congressi, Lo schermo a tre punte. Girato da Giuseppe Tornatore nel 1995, Lo schermo a tre punte è un’antologia che rielabora e ricuce insieme frammenti di pellicole diverse, mostrando tutto ciò che il cinema ha detto dei siciliani. Un’opera a tratti ironica, a tratti drammatica, che racconta i caratteri, i comportamenti e gli stereotipi sui quali l’inconscio cinematografico ha costruito un’ipotesi di Sicilia.
Ad introdurre la proiezione lo stesso Premio Oscar in diretta da casa intervistato dal codirettore del festival Federico Pontiggia. Una piacevole conversazione che ci ha confermato l’autenticità di Tornatore e il suo profondo amore per la Sicilia.
“Quando mi è stato detto che volevano proiettare Lo schermo a tre punte ho avuto la sensazione che volevano riprendere un ferro vecchio del mio passato – dice il regista – mi sembrava qualcosa di non utile oggi. Poi l’altro ieri ho rivisto l’inizio e sono rimasto sorpreso: ho pensato che idea curiosa. Ho avuto una sorta di immodesta ammirazione di me stesso. E mi è sembrata una formula ancora ripetibile. Sono passati tanti anni da quando ho girato quel documentario – racconta – l’idea non fu quella di cercare di dare un’immagine della Sicilia. Non sono partito da un obiettivo o da un concetto prestabilito. Mi sono lasciato prendere per mano da questo materiale sconfinato. Io volevo trovare un modo per organizzare in forma di alfabeto l’immagine trasversale della Sicilia, con film che non raccontavano storie prettamente siciliane, ma che avessero dei piccoli elementi narrativi attinenti alla mia terra. Volevo vedere che tipo di Sicilia veniva fuori da questo montaggio di mattoncini scelti da una montagna di film. Un alfabeto che oggi è valido ma incompleto. Aggiungerei infatti un altro interessate capitolo intitolato: Giovani. Non ho scritto una sceneggiatura. È stato un lavoro di grande ricerca e poi di grande messa a punto del montaggio. Il montaggio è stata la chiave perfetta per mettere insieme tutti gli elementi e trasformarli in un’ulteriore narrazione”.
Dalla visione del documentario, presentato dalla Sicilia Film Commission, che ha finanziato la digitalizzazione del film di cui esisteva copia solo in 35mm, ne esce fuori un’immagine inedita a volte stereotipata ma mai non veritiera della Sicilia storica e geografica e dei siciliani con i loro usi, costumi, con la loro gestualità, risata, con i loro gemiti e lamenti espressione di un dolore atavico che risale alla dominazione greca e su tutto il capitolo dedicato a Leonardo Sciascia, lucido nei suoi giudizi.
Un altro capolavoro proiettato venerdì sera sempre al Palazzo dei congressi, penalizzato dalla partita Italia-Belgio in diretta sul megaschermo al Teatro Antico, è stato Bronte – Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato, un film di Florestano Vancini, con Ivo Garrani, Mariano Rigillo, Ilija Dzuvalekovski, Rudolf Kukié, Modrag Loncar. Il film ricostruisce le fasi di un drammatico episodio avvenuto a Bronte, cittadina presso Catania, poco dopo l’impresa dei Mille. Centocinquanta persone furono arbitrariamente arrestate, processate in modo sommario e fucilate per ordine di Nino Bixio. La pellicola vuole dimostrare come la Sicilia sia rimasta sempre la stessa, coi suoi uomini privilegiati, i suoi nobili arroganti e lazzaroni, il suo popolo sempre sfruttato. Tratto dalla novella Libertà di Giovanni Verga, il film – scritto dallo stesso Vancini insieme a Sciascia, Fabio Carpi e Nicola Badalucco – ricostruisce appunto la rivolta contadina scoppiata a Bronte nel 1860 e repressa ingiustamente nel sangue. Una volta girato e montato, il film ha incontrato grosse difficoltà: la versione televisiva non fu mai trasmessa dalla Rai e Bronte andò, tagliato per la sala. A Taormina è stata proiettata per la prima volta la perfetta copia digitale del restauro del film avvenuto nel 2001 grazie alla Cineteca Nazionale. Bronte è un film che riporta alla luce verità storiche che permettono una nuova rilettura dell’annessione della Sicilia al Regno d’Italia.
Milena Privitera