Taormina. Nel centenario della nascita di Leonardo Sciascia il Taormina Film Fest 2021 dedica alla figura dello scrittore siciliano una mostra dedicata al rapporto tra Sciascia e il cinema e un pomeriggio ricco di spunti attraverso una conversazione tra Fabrizio Catalano, nipote del grande autore e il giornalista Vincenzo Aronica sul volume “Sciascia e il cinema, conversazione con Fabrizio” (Rubbettino, 2021).
Il lavoro viene fuori da una spontanea conversazione tra Catalano, nipote di Leonardo Sciascia e il giornalista Aronica con lo scopo di “analizzare la relazione fra il coraggioso intellettuale di Racalmuto, che così tanto manca alla società in cui viviamo, e la settima arte, attraverso i ricordi e le riflessioni del nipote, il regista Fabrizio Catalano, ex allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia”.
Nel volume tante le testimonianze tra cui quelle di Roberto Andò, Beppe Cino e Giuseppe Tornatore. L’incontro cordiale e informale è stata l’occasione non solo per ricordare il legame di Sciascia con il cinema – da molte delle sue opere letterarie sono state realizzati film di denuncia da registi di impegno civile come Damiano Damiani, Elio Petri, Francesco Rosi, Gianni Amelio, Emidio Greco – ma anche perché il linguaggio cinematografico ha avuto una grande influenza sulla tecnica narrativa dello scrittore di Racalmuto.
Abbiamo scoperto così che per un lungo periodo della sua vita Leonardo Sciascia era un vorace fruitore di film, soprattutto noir francesi e cinema muto che vedeva e catalogava rigorosamente in un taccuino. E ancora che amava Fellini e i suoi film e che non si è mai intromesso nelle trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi ma andava a vederli come uno spettatore qualsiasi e con sufficiente distacco.
Un fiume in piena poi la conversazione sempre brillante e precisa tra Catalano e Aronica nella narrazione dei mille aneddoti sullo Sciascia politico, giornalista, nonno, intellettuale punto di riferimento persino di Bettino Craxi. Un ritratto di un uomo libero, di poche parole, e tante sigarette che per primo ha parlato di mafia, che ha sempre dissentito e mostrato sdegno davanti ai poteri forti e che soprattutto ha avuto un rapporto contrastante con la sua terra, la Sicilia.
«Nec sine te, nec tecum vivere possum» cantava il grande poeta Ovidio. E in questa frase, Sciascia racchiudeva il rapporto con la sua terra nativa. Durante il vivace incontro la riflessione etico politica è naturalmente passata ai giorni nostri ed è stato unanime il pensiero che il vuoto lasciato da Sciascia è immenso. Il pensiero sciasciano così profondamente lucido e premonitore ci manca e tanto.
Milena Privitera