Il dottor Filippo Cardillo, pioniere della chirurgia mininvasiva al ginocchio, è stato tra i primi in Europa a eseguire un intervento di protesi parziale del ginocchio in artroscopia, una tecnica innovativa dagli innumerevoli vantaggi, in assenza di tagli chirurgici grossolani invalidanti.
Beneficiario di questa tecnica chirurgica innovativa all’avanguardia è stato un paziente di 85 anni, di Alcamo, il quale, affetto da gonartrosi invalidante, accusava dolori lancinanti al ginocchio destro, dopo innumerevoli terapie conservative si rivolgeva a molteplici chirurghi ortopedici, i quali demoralizzandolo, gli proponevano il classico intervento di protesi totale al ginocchio destro.
Riluttante agli interventi chirurgici protesici al ginocchio, sia per la non più giovane età, sia per le condizioni di salute non ottimali, come ultima speranza si rivolgeva al luminare Filippo Cardillo.
Dopo l’incontro con il dottor Cardillo, si sottoponeva con la tecnica artroscopica, in assenza di tagli chirurgici invalidanti, alla tecnica mininvasiva artroscopica di impianto protesi al ginocchio.
L’intervento chirurgico ha portato il risultato ottimale di assenza di algia e deambulazione in tempi veloci. La tecnica innovativa permette un recupero in appena 3-7 giorni dall’intervento a una deambulazione precoce e un ripristino articolare ottimale con riduzione della prognosi.
La tecnica chirurgica permette l’impianto di una mini protesi in artroscopia con il pieno rispetto dell’anatomia, permettendo al paziente di risolvere la gonartrosi in assenza di asportazioni ossee modellando la parte artrosica in maniera anatomica.
Deambulazione, articolarità, ripristino alla vita regolare in tempi brevissimi, e con un buon supporto fisioterapico netto miglioramento della vita naturale fino al ritorno all’attività sportiva come la bici il nuoto il tennis o la deambulazione veloce.
Il dottor Cardillo, specialista nella chirurgia protesica mininvasiva del ginocchio, dell’anca, della spalla, della caviglia e della colonna vertebrale, è uno dei chirurghi più completi in ambito internazionale, dopo aver fatto giusta diagnosi individua la giusta terapia medica conservativa o chirurgica, selezionando per ciascun paziente il tipo di protesi da impiantare, dal ragazzo di 18 anni affetto da coxartrosi di anca displasica al paziente sportivo con frattura di anca da caduta da paracadute, o nell’individuazione della protesi nel paziente che deve ritornare a boxare sul ring, e in ultimo da circa 10 anni affina quest’ultima tecnica chirurgica di protesi in artroscopia, sempre alla ricerca della evoluzione, della medicina moderna, rimanendo umilmente sempre disponibile alle esigenze dei pazienti anche più bisognosi, rimanendo comunque l’indiscusso esperto nella chirurgia protesica per ciascun paziente nelle varie patologie artrosiche.