Da Salvatore Bozzurro, riceviamo e pubblichiamo:
“Continuo imperterrito a girare per il centro storico di Taormina e continuo ad ammirare i nostri siti archeologici che rappresentano il nostro patrimonio culturale. Mi vorrei soffermare in questa occasione su un sito archeologico di cui si parla poco, i ruderi di S. Pancrazio. Questi ruderi sono posizionati in uno dei posti cruciali di arrivo dei turisti che provengono dal parcheggio Lumbi. Chi arriva con la navetta e scende al parcheggio di San Pancrazio, nota un pregevole sito archeologico, prima di visitarlo vede un’insegna informativa ed una dettagliata descrizione sia in lingua italiana che in inglese e questo è da apprezzare. Dopo questa iniziale conoscenza con la storia inerente il sito archeologico, si cerca di visitarlo ma colpisce subito la foresta di erbacce che nasconde gran parte degli scavi emersi e non si dà l’esatta importanza dell’antichità del bene. E’ naturale che chi visita questo centro non ha un effetto incoraggiante per ciò che lo circonda, credo che sia molto triste il comportamento nel mantenere questa incuria verso i beni culturali e monumentali. Faccio presente che tanti anni fa quest’area era stata destinata a parcheggio per residenti, ma dopo i primi lavori emersero queste rovine e giustamente, a mio parere, la Soprintendenza bloccò il proseguimento dell’opera. I successivi lavori sono stati quelli del recupero dei beni interrati da tantissimi anni e dopo tanta cura si è ridato vita al sito archeologico di San Pancrazio. Ora io mi domando, dopo tanta attenzione che è stata data nel momento che sono emersi gli scavi e al loro ripristino, sarebbe opportuno dare ordine e pulizia a questa area in una maniera consona all’importanza che detiene, magari utilizzando dei diserbanti naturali per rallentare la crescita delle erbe cattive. L’Amministrazione comunale con l’assessorato competente dal canto suo dovrebbe vigilare e dare un’attenzione maggiore a tutti i siti archeologici della città (che versano quasi tutti nel medesimo stato) e lavorare in sinergia con la Soprintendenza. La città bisogna renderla grande e visitabile e visto che il nostro è un paese a vocazione turistica, sarebbe opportuno presentare tutto il nostro patrimonio culturale in maniera decorosa, magari creando un percorso di tutti questi siti, pubblicizzandoli con opuscoli o locandine in varie lingue negli alberghi e in tutti i centri dove di norma si recano i villeggianti per chiedere informazioni. Siamo tutti invitati a fare una battaglia culturale per fare capire a chi ha competenza nel settore che i monumenti, i beni culturali e il turismo sono la nostra ricchezza e dove si poggia tutta la nostra storia, le nostre tradizioni e l’economia. Non diamo il pessimo segnale di superficialità e non trascuriamo i preziosi reperti che possediamo, contrariamente se si presentano in questo stato allora credo che chi ha competenza in materia dovrebbe fare un studio approfondito e trovare la retta via. Mi ha colpito tanto una frase letta qualche mese fa durante un mio soggiorno al Nord Italia: impoverire la cultura arricchisce l’ignoranza. Grazie. Salvatore Bozzurro”.
pregievoli parole, ma sembra che il tutto implichi un tale sforzo….che non vorremmo che chi è di competenza ne venga a soffrire!!!, bontà loro avranno cose più importanti da fare, oppure girano per Taormina con i paraocchi, non si è ancora capito, forse dovremmo mandarli a fare un corso accellerato di marketing e public relations, belle parole tanto di moda, dato che la parola “cultura” sembra ormai fuori moda da queste parti…