Taormina. Una giornata ricchissima di appuntamenti quella di ieri, lunedì 24 giugno, penultimo giorno per l’edizione 2019 di Taobuk. Sin dalla mattina importanti presenze hanno animato i luoghi del festival: a Palazzo Ciampoli, Emanuela Ersilia Abbadessa ha raccontato come “Glöden, presente nei miei pensieri fin da quando ne vidi le foto da bambina sul corso di Taormina, è tornato a ispirarmi il personaggio di Trier nel momento in cui volevo raccontare la ricerca di un’identità sessuale diversa dal machismo, nell’Italia muscolare del 1932”.
Gioacchino Lanza Tomasi, musicologo di fama mondiale al festival per un omaggio a Giuseppe Tomasi di Lampedusa ha provocatoriamente dichiarato: “Il Gattopardo è costruito sull’onda di un desiderio di oblio che fa dell’autore un vero e proprio campione del pessimismo, e dunque una figura scomoda in una società che vorrebbe essere propositiva, anche se non si capisce bene di cosa”.
E ancora Gian Luigi Beccaria sul desiderio di scrivere, che spesso si fa vera e propria urgenza e bisogno di indagine. Una dichiarazione d’amore anche alla tradizione di scrittura siciliana e all’estrema peculiarità di questa terra; Eva Cantarella, con il suo excursus attraverso i miti greci e romani, custodi di insegnamenti universali, a dimostrazione che se “altri” sono tutti quelli che sono altro da noi, è la nostra cultura a determinare ciò che siamo, e il modo stesso che abbiamo di intendere e percepire i sentimenti.
Infine, in un’animata Piazza IX Aprile, Luciano Canfora ha ricordato come “studiare il modo in cui gli antichi hanno dato risposta al problema della schiavitù, oggi, non è solo un piacere, ma un dovere civico” e la scrittrice Michela Marzano e la sua riflessione sul tema dell’identità e di cosa che resta dopo che si è smesso di riconoscere le persone che ci sono vicine.