Taormina. Il 6 ottobre 2018 si è svolta nella Parrocchia “Sacro Cuore di Gesù – Santa Venera” di Taormina guidata da Padre Tonino Tricomi la cerimonia di premiazione del concorso di poesia “Maria, Madre del Buon Cammino” organizzato da Massimo Manganaro e Gioacchino Aveni.
Tra i partecipanti, anche una giovane poetessa originaria di Castelmola, Antonella Vinciguerra, residente ormai da 4 anni nella frazione taorminese di Chianchitta. Quest’anno Antonella ha ricevuto una menzione speciale con una poesia in lingua italiana a tema religioso, unendo quest’altro premio ad alcuni ottenuti negli anni passati nell’ambito dello stesso concorso. L’opera ha per titolo: “Resta con me, Signore…”.
“La mia poesia – spiega Antonella – vuole essere fondamentalmente una preghiera a Dio e un’invocazione a Lui nei momenti di sconforto. Quando il dolore invade la mia anima, chiedo a Dio di insegnarmi a invocare il Suo nome”.
La poetessa, che non ama definirsi così, si reputa semplicemente “una donna che ama trascrivere su un foglio bianco le proprie emozioni e i propri stati d’animo come sfogo personale, dettati da momenti di tristezza – spiega – che ci sono stati nella mia vita passata”.
A partire dal 2010 ha partecipato a vari concorsi letterari siciliani ma anche a un concorso di Napoli denominato “Tra le parole e l’infinito”. “Nel concorso di Napoli, ideato dal cavaliere Nicola Paone – prosegue Antonella – dal 2011 mi sono distinta tutti gli anni, compreso questo, quando ho ottenuto un 4° premio su circa mille partecipanti. Nei vari concorsi siciliani ho ottenuto spesso riconoscimenti e alcune mie poesie sono state pubblicate in alcune antologie. Ho ottenuto anche un primo premio nel concorso Amici della Natura Tarc Pagliara con la poesia in dialetto: U tesoru cchiù preziosu. La poesia è dedicata a mia sorella Giovanna che ha un cuore grande così e a cui voglio molto bene”.
“Scrivo – continua la poetessa – per esternare le mie emozioni, per non farle diventare troppo pesanti dentro l’anima. Perché l’anima quando si carica di troppi sentimenti di dolore non riesce più a vedere la realtà così com’è, la distorce. Il dolore è importante perché ci aiuta a capire gli altri, a farli diventare un po’ parte della nostra esperienza di vita, del nostro vissuto. Esternare le proprie emozioni crea empatia. Scrivere vuol dire far diventare il foglio bianco depositario delle proprie emozioni, compagno nelle vicissitudini dell’esistenza, a volte è l’unico in grado di consolarti perché ci sei tu e lui nel momento in cui scrivi. Ti alleggerisce l’animo raccontare i tuoi pensieri ad un foglio, a un diario”.
“Anche se oggi la tecnologia del computer ha affievolito la magia dello scrivere su un bianco foglio con la penna azzurra, i pensieri sempre quelli restano e soprattutto le emozioni raccontate ancora una volta in silenzio che si fanno parole per rimanere scolpite per sempre e nemmeno il trascorrere del tempo potrà mai cancellare. Amo molto la mia terra, la Sicilia, amo il profumo del mare, gli alberi verdi, il cielo azzurro o quando è stellato, la sera, ma più di tutto amo la gente quando parla il dialetto. Dunque, amo scrivere in particolar modo in dialetto e molte mie poesie sono state apprezzate. Ho all’attivo circa 300 poesie, qualche racconto e un romanzo”.
“Tante – dice Antonella – le poesie a tema religioso. Mi piace scrivere su Dio perché ho un forte rapporto con Lui, a cui mi sono rivolta nei momenti più bui della mia esistenza. Momenti che capitano a tutti gli esseri umani nel corso della propria vita”.