Taormina. Il Museo Archeologico di Naxos ha ospitato Emanuele Lelli, docente de “La Sapienza” di Roma e studioso della cultura popolare, per presentare i risultati del suo studio sull’origine delle tradizioni popolari del meridione
In quanti modi si può leggere il mondo antico? Emanuele Lelli, docente delll’Università “La Sapienza” di Roma, da alcuni anni propone di indagare i testi delle civiltà greca e romana con uno “sguardo folklorico” attento a quei tratti della cultura popolare presenti nei tasti classici. «La memoria degli anziani del nostro meridione – ha spiegato Lelli – conserva un patrimonio immateriale preziosissimo che risale alla cultura popolare dei greci e dei romani di oltre duemila anni fa. E noi dobbiamo preservare queste antiche tradizioni».
L’incontro con Emanuele Lelli, studioso del mondo ellenistico e della cultura popolare, si inserisce nel progetto Comunicare l’antico. Conversazioni al Parco archeologico di Naxos, ideato e promosso dal Parco Archeologico di Naxos-Taormina e dal Festival Naxoslegge in collaborazione con l’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Archeoclub Giardini Naxos-Taormina-Valle Alcantara, l’associazione “Articolo 9. Siciliani per cultura” e Nostos – Festival del viaggio e dei viaggiatori.
«Per il Parco Archeologico di Naxos Taormina – ha affermato l’archeologa Maria Grazia Vanaria – è un onore ospitare il filologo Emanuele Lelli che attraverso uno studio sulle tradizioni popolari del sud Italia ha scoperto delle analogie con le usanze, le consuetudini, i proverbi e i modi di dire riportati nei testi antichi di Omero, Apuleio, Petronio, Teocrito. Una ricerca che ricalca la linea seguita nei nostri incontri di “Comunicare l’antico” in un incessante dialogo tra il mondo antico e quello moderno».
«Un nuovo modo di leggere i classici – ha evidenziato Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge – che unisce alla filologia l’approccio comparativo proprio delle discipline demoetnoantropologiche per indagare se e in che misura le pratiche degli antichi sono sopravvissute, tramandate oralmente di generazione in generazione, dopo secoli di storia»
«Il meridione e la Sicilia sono tra le aree più conservative del patrimonio popolare della Magna Grecia e di Roma – ha spiegato Lelli – Partendo da alcune proposizioni rintracciate nei testi degli autori classici, che fanno riferimento a proverbi, credenze e superstizioni che già agli antichi apparivano popolari, attraverso la comparazione con la memoria degli anziani del nostro meridione ho cercato di restituire, di dare ancora una voce a quelle antiche testimonianze».
Nel suo studio, confluito nei volumi “Folklore antico e moderno” e “Sud Antico”, Emanuele Lelli ha dimostrato che la memoria degli anziani contadini dell’Aspromonte o dei pastori abruzzesi, degli allevatori salentini o dei pecorai dei Nebrodi, conserva in modo sorprendente credenze, superstizioni, gesti quotidiani, canti, proverbi ed espressioni idiomatiche che derivano dal mondo antico per ininterrotta tradizione orale.
Il prossimo appuntamento con Comunicare l’antico. Conversazioni al Parco archeologico di Naxos è venerdì 25 maggio, alle 16, con l’archeologa Maria Grazia Vanaria che proporrà una visita guidata dei Santuari del Parco Archeologico di Naxos. A seguire, alle 17.30, presso il Museo Archeologico di Naxos l’incontro dal titolo “Viaggio per immagini e parole sulle rotte del sacro” con il saggista Sandro Consolato e un appassionato di fotografia.