Taormina. “Non dovrebbe essere mai troppo appassionante una vicenda che grava sulle spalle di altri, ma questo è quanto sta avvenendo in rapporto al trasferimento o meno a Reggio Calabria del comandante Agostino Pappalardo”: a dichiararlo, Mario D’Agostino, coordinatore cittadino di “Sicilia Futura”. “Non si tratta, in effetti – continua D’Agostino – né di mettere in discussione il buon operato del dirigente, nè di un braccio di ferro tra chi lo vorrebbe fermo a Taormina in contrapposizione a chi vuole assecondare la sua progressione di carriera. Si tratta piuttosto di capire quale futuro si immagina per settori strategici come la viabilità, il controllo del territorio e la gestione di una Azienda speciale. E’ solo in questo senso che il doppio peso del dottor Pappalardo, nella qualità di comandante dei vigili e di commissario straordinario dell’Asm, può rischiare di diventare un involontario campo di battaglia. Noi aspetteremo, ma nemmeno con troppa pazienza perché lo stallo attuale è decisamente deleterio, che la vicenda Pappalardo si concluda, in un modo o nell’altro. Nello specifico, in riferimento all’Asm la nostra posizione è molto chiara: Pappalardo ha ben operato all’Asm, ma in tempi rapidi dovrà essere indicato un suo successore, che possa guidare l’azienda fuori dalla provvisorietà; e dovrà essere un tecnico e non un politico, preferibilmente scelto sulla base di un bando pubblico. Tutti vogliono che Asm esca dalla stagnazione in cui si trova: lo chiede giustamente anche il consigliere Leonardi, che però si è già affrettato a stralciare dall’odg del Consiglio comunale la trattazione e la votazione dei bilanci Asm, che come noto è condizione fondamentale per qualunque inversione di marcia dell’Azienda. Pertanto, la nostra componente politica non contribuirà certamente ad aprire un dibattito sulla legittimità o meno delle aspettative di trasferimento di un dirigente, per scelte che competono a lui, e solo a lui. Rispettiamo la posizione del consigliere Vittorio Sabato, pur avendo una diversa opinione in proposito, ma vogliamo spostare l’asse del confronto sul vero elemento chiave: il futuro dell’Azienda Speciale. Il tempo dell’attesa è oramai finito e non si potranno certamente attendere altri sei anni per un ritorno alla normalità”.