Taormina. “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi. Da Il Gattopardo di Tomasi Giuseppe di Lampedusa. Non esiste frase migliore di questa per rendere l’idea di quella che è la gestione della funivia in Asm)”: a dichiararlo, sono i vertici della Filt-Cgil. “Infatti, cambiano i direttori generali, i direttori di esercizio, i liquidatori – si legge in una nota del sindacato – ma non cambia il modo di amministrare l’impianto funiviario. A tal proposito qualcuno ha definito la funivia come la Repubblica delle banane, altri come Forte Apache, in quanto non è possibile toccare determinati equilibri, fatti di pesi e contrappesi e l’inspiegabile chiusura dell’impianto funiviario è anche figlia di questo modo di amministrare, oltre che di una scelta scellerata priva di una qualsivoglia logica gestionale, nonché di buon senso. Infatti, in questo momento in cui il rifacimento delle principali vie di accesso alla città di Taormina rende pressoché arduo spostarsi, sia per i residenti che per i turisti, comportando disagi non indifferenti; chiudere l’unico mezzo di trasporto che garantisce il collegamento tra centro città e il mare risulta essere decisamente irrazionale. Se a questo si associa il fatto che i due parcheggi sono sostanzialmente requisiti causa il G7 e di conseguenza per un mese mancheranno gli incassi di queste due strutture della maggiore azienda del Comune di Taormina, aggiungere anche la perdita degli introiti della funivia, per la sostituzione delle cabine che poteva tranquillamente essere posticipata a novembre è decisamente troppo, anche perché soltanto tenendo il più possibile aperto l’impianto funiviario, che si può recuperare la somma impegnata per l’acquisto delle nuove cabine funiviarie”.
“Pertanto, quale migliore periodo di questo per poter raggiungere l’obiettivo nel più breve tempo possibile? Eravamo sicuri che saremmo stati anticipati nel redigere la presente nota da altre sigle sindacali, in particolare da quella che vanta maggiori iscritti proprio presso l’impianto funiviario, ma evidentemente questi ultimi ritengono la chiusura della funivia, operata soprattutto in questo momento, non meritevole di attenzione. Posizione che, teniamo a precisare, rispettiamo ma non condividiamo. A tal proposito, non si comprende il mutismo sulla vicenda del capo impianto, che più di ogni altro conosce i flussi turistici che usufruiscono della funivia soprattutto in questo periodo dell’anno, sia perché ormai da più di un decennio svolge tale funzione in azienda, sia perché essendo taorminese comprende benissimo, più dello stesso direttore di esercizio, l’importanza di tale mezzo di trasporto, non solo per chi visita la nostra città, ma soprattutto per i suoi concittadini. Anche perché sin dall’inizio sia il capo impianto (commissario di gara per l’acquisto delle nuove cabine) che il direttore di esercizio (responsabile del procedimento ) potevano e dovevano gestire meglio i tempi di consegna e dunque di montaggio delle cabine stesse. E’ ovvio che, in primis, non va trascurata la responsabilità di chi ha deciso la chiusura dell’impianto funiviario e ci riferiamo al liquidatore e allo stesso direttore di esercizio. In quanto, visto il ruolo ricoperto nell’Asm e soprattutto in funivia, riteniamo entrambi i maggiori responsabili di tale scelta, a meno che esistono altre figure tali da essere al di sopra di questi ultimi, capaci di prendere decisioni del genere”.
“Se questo fosse vero, allora la situazione sarebbe veramente inquietante, anche perché da quanto emerso nell’ultimo Consiglio Comunale lo stesso non era assolutamente a conoscenza della chiusura della funivia, per la sostituzione delle cabine. Pertanto, si chiede di conoscere le motivazioni che hanno determinato i vertici aziendali a decidere di chiudere l’impianto funiviario proprio in questo particolare periodo. Singolare è anche l’atteggiamento del direttore di esercizio e del capo impianto della funivia, che pur pianificando la chiusura della stessa hanno richiesto l’assunzione di tre unità interinali, al fine di poter effettuare il servizio su tre turni. Conoscendo la storia della funivia, la domanda sorge spontanea, ma se l’impianto è chiuso i lavoratori interinali in questione a che servono? Non era meglio impiegare gli stessi in altri settori? Se a questo si aggiunge quanto avvenuto in occasione dell’alluvione del settembre 2015, dove malgrado fossero necessarie braccia per spalare il fango, il direttore di esercizio, con il benestare di tutti i dipendenti della funivia, chiese di spostare un lavoratore interinale in altri settori perché superfluo, allora è palese che nella gestione di questo settore aziendale qualcosa non va per il verso giusto. Infine, si coglie l’occasione per chiedere alle istituzioni locali, il sindaco e il Consiglio comunale, di fare chiarezza sulla vicenda e contestualmente valutare la nostra proposta di non pagare i canoni di affitto dei due parcheggi per l’anno in corso, pari a 456.000,00 €, giusto per far fronte alle ingenti perdite che l’Azienda patirà per i mancati incassi delle strutture aziendali per i motivi sopra espressi”.