Taormina. Il presidente del “Comitato Festività e Tradizioni Popolari Taorminesi”, Antonio Faraci, interviene sul taglio di ulivi centenari in località Piano Porto e sulle particolari modalità dei lavori in fase di realizzazione in vista del G7 di fine maggio. “Arriva un altro grande schiaffo all’ambiente perpetrato ai danni della nostra povera città – spiega Faraci – per ordine di un Governo, quello italiano, che sta spadroneggiando in maniera discutibile, senza salvaguardia per la sicurezza delle pendici sulle quali sono state scaricate centinaia di tonnellate di terra da sbancamento e nel disprezzo totale dell’Amministrazione comunale e dei cittadini che vivono qui. Queste centenarie piante di ulivo tagliate in zona Piano Porto potevano essere salvate eseguendo un espianto meno selvaggio e un reimpianto che avrebbe salvaguardato l’integrità di questa collina ormai irrimediabilmente compromessa. Ben 2.400.000 euro bruciati per accogliere Donald Trump. Siamo di fronte a qualcosa di inaudito, quei quattro lavori che stanno eseguendo per questo vertice ci costeranno uno sfregio permanente alle poche zone verdi rimaste. Secondo me e secondo molti altri cittadini taorminesi, il G7 non era meeting da organizzare qui a causa delle dimensioni ridotte della nostra città. Purtroppo, con la scusa del ritorno pubblicitario che ne dovrebbe seguire, siamo rimasti fregati. A tal proposito, aspetteremo con preoccupazione la prima pioggia torrenziale per vedere dove andrà a scivolare tutta quella terra che è stata scaricata giù dal Piano Porto e dalla piscina comunale. Noi ci chiediamo: chi pagherà poi per i disastri?”.