Taormina. “Una delle più raffinate offerte artistiche che Taormina abbia esibito negli ultimi anni!”: così Rino Cardone, caposervizio TGR RAI, saggista e critico d’arte tra i più attenti e sensibili alle proposte di un panorama artistico contemporaneo che varca i confini nazionali. E’ questo il parere di esperti ed “addetti ai lavori”, condiviso “vox populi” e divenuto il passa-parola, leit-motiv, della mostra del pittore, scultore, incisore Yanik Pen’Du in corso di svolgimento presso la Fondazione Mazzullo di Taormina. L’intrigante personale dell’artista bretone, il cui possente omaggio al potere della conoscenza, “Le Livre de Lumière” – 2 massicci metri di zinco e stagno finemente cesellati nelle pagine di un libro traboccante di luci e di acqua che scorre su pietre di lava etnea – campeggia monumentale in quest’ultimo scorcio estivo nel cortile del Palazzo Duchi di S. Stefano, continua così, ad oltre una settimana dalla sua inaugurazione, a suscitare generali consensi, ponendosi come uno dei più azzeccati eventi culturali della stagione che Taormina ha offerto ai suoi ospiti e riuscendo a mettere d’accordo – caso non sempre usuale – il giudizio del grosso pubblico con quello della critica più avveduta. Da Gianluca Covelli, dinamico storico e critico d’arte che sta facendo del “Museo del Presente” di Cosenza, di cui è direttore, un forte polo di attrazione e diffusione culturale in tutto il Sud, al giornalista-scrittore Gigi Riva che, a Taormina per la presentazione del suo ultimo libro sulla tragica disgregazione dell’ex-Jugoslavia, ha voluto fortemente, nonostante l’accavallarsi degli impegni di TaoBuk 2016, ritagliarsi un paio d’ore di tempo per visitare la mostra di Pen’Du, manifestando all’artista che gli faceva da “guida” nel percorso espositivo tutta la sua ammirazione per delle opere che “toccavano l’anima”. Sino a quel “…Quando l’arte è emozione! Ho visitato la mostra di Yanik Pen’du a Taormina a Palazzo Duchi di Santo Stefano. L’eterno che si mescola al presente. Figure che fluttuano nello spazio e che raggiungono l’anima. Grazie del regalo!” proferito in un’anteprima a lui “strettamente riservata” poche ore prima della inaugurazione ufficiale dal Segretario generale di TaoArte, Ninni Panzera, che a mostre, esposizioni ed eventi di alto spessore culturale è decisamente aduso. Perché fortemente materico nella manipolazione degli “strumenti” usati – teloni, vecchi legni, ardesia – seguendo un simbolismo cromatico consacrato ai quattro elementi primari di terra, acqua, fuoco, aria, Pen’Du con tocco elegante e leggero affida alle silhouettes di eteree Silfidi e possenti cavalli stagliati nella loro « dance bleue » i simboli dipinti, incisi, scolpiti di una libertà originaria vissuta a contatto con una natura allo stato selvaggio, quasi che la forza millenaria di echi paleolitici potesse difendere e contrastare la società attuale portatrice malata di alienazione umana. Così la trentina di opere – tra incisioni, sculture e pitture – che raccontano del percorso artistico di Yanik Pen’Du sono in realtà la trasfigurazione poeticamente elaborata di quella Libertà, Conoscenza, Spiritualità integrale di un Tempo Senza il Tempo, di un Universo Naturale dove le energie si intersecano e l’Uomo vi si muove. Come parte. Come sintesi. La mostra di Yanik Pen’Du – organizzata dall’associazione “Arte&Cultura a Taormina”, sponsorizzata dall’Associazione Albergatori di Taormina e curata da MariaTeresa Papale, vede il patrocinio dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali ed Identità Siciliana, il Comune di Taormina, il Dipartimento di Finistère della Regione Bretagna- Francia, Fondazione Mazzullo, Taormina Arte, Club per Unesco di Taormina, Valli d’Alcantara e d’Agrò, Gais Hotels Group, “La Baronessa”, “Piazza Dalì” – chiuderà i battenti mercoledì 28 settembre. Con orario giornaliero 10:00/13:00 e 17:00/ 21:00, è free-entrance.