Taormina. Domenica mattina, alle prime luci dell’alba, Taormina sembra uno scenario di guerra. Il Corso Umberto appare vandalizzato, vasi rovesciati, bottiglie rotte ovunque. Gruppetti di facinorosi sgommano per le vie del centro. Facendo diverse volte il giro del paese lo scenario non cambia, fino a quando il sole non decide di alzarsi e di spegnere gli eccessi della notte. Portando avanti le lancette dell’orologio, negli snodi principali della Città, da individuarsi sicuramente in Piazza S. Antonio Abate (Porta Catania) e in via San Pancrazio – Arco dei Cappuccini (Porta Messina), il caos è totale e assoluto. I turisti, ma anche i semplici cittadini, vengono letteralmente travolti da uno tsunami di autovetture, traffico, clacson e parcheggi selvaggi. Prendere un caffè, intorno alle 14, in Piazza Badia è un’avventura. Ogni giorno si possono notare almeno 4 ditte, con relativi furgoni, che effettuano operazioni di carico e scarico merci, archeggiando nella Piazza e rendendola invivibile. Per non parlare poi degli spettacoli di musica e danza improvvisati o dei clan che chiedono l’elemosina. Roba da chiudersi in casa. Non riesco a capire come non si avverta come super primaria l’esigenza di un maggiore e più capillare controllo del territorio. La capacità di fare rispettare le regole è più importante delle regole stesse. Un tempo la Polizia Municipale contava 26 unità, poi divenute quindici, con le quali, comunque, il Comando garantiva anche controlli notturni, specie il sabato sera. Adesso, con un organico ridottissimo, un servizio essenziale per il territorio, che ricordiamo comprende anche le frazioni, è assolutamente inefficace, benché efficiente. Francamente non so se le attuali leggi di bilancio consentano nuove assunzioni di agenti di Polizia municipale o se il problema possa essere risolto con il reclutamento di personale in qualche modo già interno al Comune. Appare, comunque, inconcepibile che questa problematica non ossessioni le forze di governo della Città che si susseguono. Gestire una città senza avere il controllo del territorio per mezzo della Polizia Municipale è come abitare in una casa senza tetto e preoccuparsi del colore delle tendine del salotto. Ovviamente, le impressioni appena descritte sono prive di qualsivoglia intento polemico, volendo semplicemente richiamare l’attenzione su una questione di vitale importanza per la nostra comunità, tenendo presente che l’inerzia in Amministrazione non esiste se non come piano inclinato verso il baratro. Specie in una situazione come quella attuale in cui gli obiettivi appaiono confusi. In proposito mi piace ricordare che uno scrittore inglese affermò, giustamente, che chi non pensa al proprio futuro difficilmente ne avrà uno.
Danilo La Monaca