Taormina. Dall’Associazione “Musica da Bere”, riceviamo e pubblichiamo: “Taormina, ultimo atto. La cieca burocrazia della Regione Siciliana sta per uccidere definitivamente il Teatro Antico di Taormina. I grandi eventi che hanno portato una notevole ricaduta economica sulla città e sulla Sicilia tutta rimarranno un ricordo del passato. Spettacoli come Bob Dylan, con centinaia di pacchetti turistici venduti all’estero, Sting con quasi 2 mila biglietti venduti fuori dalla Sicilia, Santana, Elthon John, Peter Gabriel, James Blunt rimarranno un ricordo, con buona pace degli alberghi taorminesi meno pieni, in una economia che langue ed in una Sicilia che crolla. Vedere uno spettacolo di grande prestigio internazionale gestito privatamente senza gravare sui pubblici bilanci ha dato fastidio. Ecco i proclami discutibili di alcuni personaggi locali che, nel tentativo maldestro di mettere i loro interessi di bottega in primo piano, hanno fatto la fine dei famosi pifferi di montagna, quelli che scesero dalla montagna per suonare e invece furono suonati. La Regione Sicilia degli sprechi e delle inefficienze sta per decidere di effettuare un bando pubblico per l’assegnazione delle singole date (ma dove si è visto mai?), completando il tutto con un aumento del 300% dei canoni. Ma Vi immaginate Sting che aspetta mesi solo per sapere se una data a Taormina è disponibile? Perché per qualcuno 15 mila euro di canoni per un concerto come quello di Sting o Santana sono pochi, ce ne vorrebbero 50 mila. Se i folli intendimenti di politici legati solo alla poltrona e burocrati fuori dal mondo reale avessero un seguito, si produrrebbe il deserto culturale a Taormina e, di conseguenza in tutta la Sicilia. Oggi il Teatro Antico è l’unica località in Sicilia ove, con fatica, costi alti e grandi rischi d’impresa, si possono organizzare eventi degni di tale nome. Ma la struttura rappresenta solo un elemento necessario ma non sufficiente per la realizzazione di un evento. Elemento fondamentale è programmare uno spettacolo di grande prestigio e richiamo e last but not least il rischio d’impresa, i capitali necessari a garantire l’evento. Se si rompe l’equilibrio fra queste componenti, il Teatro Antico farà il pieno di turisti, magari venderà gadget o monterà mostre finanziate indirettamente e in maniera poco limpida, ma il pubblico dei grandi eventi non lo vedrà più. In questi ultimi anni una serie di avventurieri hanno invaso il Teatro con performance mediocri e spettacoli da 10 (dieci) spettatori paganti. Ebbene, una sana gestione della struttura dovrebbe rendere difficile usufruire del Teatro agli spettacoli mediocri, agli organizzatori improvvisati ed evitare lo squallore di un Teatro vuoto. Invece si vuole adottare un sistema che riempirà il Teatro di spettacoli mediocri, che possono aspettare i tempi e le incertezze di un bando e pagare una percentuale tripla su incassi inesistenti, e renderà impossibili i grandi eventi. L’insana e miope politica della Regione e la ceca burocrazia stanno creando il tutti contro tutti. Leggo del Comune che vuole assegnate il 50% delle date per poter fare la propria programmazione chissà con quali soldi, di Tao Arte che grida al mercimonio del Teatro Antico per gli interessi degli imprenditori privati: vogliono forse fare altri milioni di debiti? Taormina Arte va adeguatamente finanziata e messa in condizione di produrre spettacoli di alto spessore artistico e culturale, anche in sinergia con i privati: per far questo ci vogliono finanziamenti ben più cospicui delle poche centinaia di migliaia di euro degli ultimi anni: non è un problema di date, ma di capitali. Se non c’è questa volontà politica, certo TaoArte non può ridursi a gestire una struttura non propria senza poter produrre nulla: non avrebbe senso e si potrebbe configurare una concorrenza sleale all’imprenditoria privata. I canoni per i grandi eventi vanno abbassati, non triplicati. Ed i proventi di tali canoni, anziché finire nel calderone dello spreco regionale, devono rimanere nel territorio e servire per gli allestimenti e la gestione del medesimo Teatro, per la sua manutenzione e salvaguardia e per la gestione di servizi aggiuntivi agli spettatori. Il Teatro Antico è innanzitutto di Taormina e dei taorminesi, ma anche dei Siciliani tutti. La tutela spetta alla Regione Sicilia per opera dell’ottimo Ente Parco di Naxos, una struttura che fino ad oggi ha dimostrato di funzionare bene. È la città di Taormina che ne vive principalmente i vantaggi ed i disagi e questo va tenuto in considerazione. Uno studio della Camera di Commercio di Milano stima che la ricaduta economica di un grande evento musicale sul territorio sia pari a 7 volte l’incasso dei biglietti. Infine un discorso su legalità e trasparenza: tanto sbandierata da una Regione che poi non ottempera alle sue stesse leggi che le imporrebbero di dare risposte certe alle istanze di concessione entro 60 giorni dalla presentazione: dalla nostra istanza per il 2016 ne sono già passati 90 ed abbiamo già presentato un ricorso al TAR. Altri organizzatori stanno facendo la stessa cosa. Mentre a Palermo discutono di chi deve prendere poltrone di potere, la Sicilia, Taormina e il Teatro Antico vanno in malora”.