Taormina. “Ma si rende conto che, nei ristoranti della mia Taormina, i camerieri e i cuochi oggi parlano un pessimo inglese? Negli aurei Anni Cinquanta, da noi come a Palermo, il personale si esprimeva correttamente in inglese e in tedesco”: sono le dichiarazioni di Daniele Schilirò (docente di Economia politica all’Università di Messina), rilasciate durante un’ampia intervista a “Il Sole 24 Ore”, consultabile sul sito web ilsole24ore.com. Schilirò spiega anche che “tutto il Mezzogiorno soffre di un problema preciso: i flussi si concentrano solo nei mesi estivi. E a Taormina, a parte le grandi strutture controllate dalle catene internazionali, gli alberghi familiari chiudono per mesi”. Nell’articolo si fa riferimento anche “al caso, un po’ verità e un po’ leggenda metropolitana, del villaggio vicino a Phuket, in Thailandia, dove molti albergatori taorminesi si trasferirebbero nel periodo invernale in attesa della bella stagione”.
Caro Sergio …. continua a sbagliare!
I menù internazionali riportano sicuramente anche piatti francesi, ma che a Taormina vanno regolarmente tradotti negli ingredienti in lingua Tedesca ed Inglese in quanto, pur essendo in calo, la razza germanica è quella che ha fatto e continua a fare la fortuna di Taormina.
La professionalità stà nel mettere sempre a proprio agio i clienti, quindi, essere il più possibile comprensibili e proporsi principalmente nella loro lingua.
L’albergo con cucina internazionale. Si parla: Francese e Inglese.
Da come mi firmo si puo’ capire la mia eta’ supergiu’,tutto quello che hanno comentato sopra e’ vero, e’ palpabbile…della situazione taorminese;Io medesimo e la mia generazione che facciamo ritorno dal estero ne facciamo le spese…pur parlando piu’ lingue ed avendo un esperienza di 40 anni non riusciamo a trovare piu’ un posto decente dove portare il nostro sapere, perche’ chi ci dovrebbe assumere non parla la nostra stessa lingua ma bensi’…… ore straordinarie non pagate ,qualifica errata,e chi a piu’ ne metta,percio’ cari Signori come vogliamo fare turismo ….?
Il reportage sul Sole 24 ha toccato il punto dolente.
L’estate scorsa mi e’ capitato per le mani una publicazione edita da una associazione di commercianti di taormina con testo tradotto in inglese e russo .
Non commento l’edizione russa a causa della mia ignoranza del russo.
Sono rimasto tuttavia inorridito leggendo la traduzione inglese. Il traduttore conosceva senza dubbio l’inglese , ma non abbastanza da tradurre il testo originale in maniera ottimale. Tuttaltro!
Lo stesso si puo dire della publicita di parecchi alberghi e ristoranti locali la cui traduzione inglese e; di pessima qualita.
Per qualsiasi operatore turistico , cameriere, commesso, o direttore che sia la conoscenza di una lingua straniera e parte integrante del proprio lavoro quotidiano. E dovere degli addetti ai lavori di qualsiasai grado a comunicare coi turisti stranieri nella loro lingua in maniera ottimale, per reciproco beneficio.
Michele
innanzitutto vorrei sottolineare al sig. Sergio che la lingua basilare a livello internazionale è l’inglese e non il francese come da lui scritto…
E’ vero che Taormina ha bisogno di personale qualificato con conoscenza delle lingue straniere ( e ripeto, l’inglese è internazionale!) ma è altrettanto veritiero che il titolo di studio non comporta la conoscenza di una lingua straniera.
Una persona può avere la scuola dell’obbligo e conoscere perfettamente l’inglese essendo stato all’estero per studio o lavoro, quindi per concludere: si al personale qualificato nelle strutture ricettive, ristorative ed esercizi commerciali ma non obblighiamo i titolari d’aziende a scegliere in base al titolo di studio!!!
purtroppo il signor schilliro ha ragione
Per prima si deve scegliere coloro che conoscono bene il francese ed un’altra lingua (meglio se l’inglese o il tedesco) ed hanno un titolo di studio e qualche esperienza attinente le mansioni da svolgere: nella candidatura si deve fare attenzione a mettere in risalto soprattutto queste info.Il sottoscritto di qualifica professionale rimane disoccupato, perché gli operatori turistici a Taormina preferiscono persone poche qualificate.
negli “aurei” anni cinquanta la stagione a Taormina era invernale e il personale in estate andava a fare la stagione in altrettanti rinomati luoghi turistici anche all’estero, si trattava quindi di una generazione di persone abituata a confrontarsi con altre realtà e a mantenere standard qualitativi internazionali
oggi giorno il personale non ha tale esperienza di vita, proviene da scuole che danno conoscenze “scolastiche”, sinonimo spesso di insegnanti non madrelingue, orari ridotti di materie pratiche
Ha propio ragione, il docente Schiliro,e ora che negli hotel, nei ristoranti taorminesi, e dintorni si potrebbe parlare con personale qualificato, gente che parlasse lingue straniere,con riferimentoad inglese, tedesco, ecc.. invece no i signori ristoratori, e alberghieri durante l’inverno abbandonano la perla dello Ionio,per recarsi, o meglio concentrarsi a Phuket, in Thailandia, licenziando la classe operaia. Credo che sia ora come si fa nei posti turistici evoluti, di avviare il turismo invernale, perche’nella nostra zona con tutte le bellezze che ci circodano, potremmo essere dei grandi beneficiari , invece no , ma andando di questo passo senzaltro Taormina ne risentera’come gia’sta accadendo, e poi pre favore non ci l amentiamo che ce la crisi, quella ce la creiamo noi stessi, Grazie’D’Agostino Francesco 19|2|2010