Da Antonio Pitrelli riceviamo e pubblichiamo:
“I recenti e purtroppo terribili eventi meteorologici che hanno interessato il litorale jonico siciliano, mediante l’azione congiunta, nelle loro diverse forme, degli scatenati agenti atmosferici, innegabilmente tropicalizzatisi, quindi con concentrazione di esplosiva attività in un lasso temporale di durata ridotta (rispetto agli anni passati) dei relativi e cogniti effetti devastanti, complice la composizione geomorfologia del territorio, unita alle prolungate inerzie burocratiche ed alle disattese promesse di coloro che, succedutisi negli anni, potevano essere deputati ad un controllo anche se marginale delle vicende del territorio, meritano alcuni spunti sui quali riflettere. Giampilieri docet. Il grido d’allarme che lancio è relativo al quartiere di Ortogrande, a Giardini, confinante con il Comune di Taormina e da esso fisicamente e politicamente diviso dal greto del torrente Sirina. In questo quartiere, edificato quasi ad imitazione della ben più celebre Montecarlo, nel Principato di Monaco e a mio parere non adeguatamente valorizzato, vivono circa 1.200 persone, ognuna delle quali, con la propria personalità, con la propria dignità, con la propria operatività (anche loro, con il pagamento delle tasse, contribuiscono alla formazione del bilancio comunale), costituisce anche numericamente, con quasi un quinto della popolazione stanziale, una parte cospicua ed importante del patrimonio umano del paese jonico. Tuttavia, il pericolo reale, non potenziale, è rappresentato dal crinale della collina sulla quale sono stati edificati i citati siti residenziali. Tutta la zona è stata catalogata e riconosciuta R3 (taluni asseriscono R4) su una scala di pericolo da 0 a 5, dove il 5 è il massimo livello di pericolo assegnabile. Tutta la zona è monitorata da oltre dieci anni, proprio per la riconosciuta pericolosità del costone e del crinale. A questa, si aggiunge la pericolosità del greto del Sirina (è appena il caso di ricordare che il suo corso costeggia il sito sul quale sorge l’ospedale di Taormina). Nonostante ciò, sino ad ora, da quel che mi risulta, non è mai stato adeguatamente controllato e ripulito o sono state effettuate parziali e saltuarie operazioni di maquillage. E’ inevitabile che le dighe formatesi, presenti sul suo percorso, dovute a scarsa manutenzione e pulizia, potrebbero aggravare la già accertata pericolosità globale e contribuiscono (come purtroppo recentemente accaduto) a dar luogo a fenomeni di esondazioni. Lo studio, accurato, commissionato dallo stesso Comune di Giardini, evidenzia la necessità immediata e non procrastinabile di procedere ad immediate operazioni di messa in sicurezza, sicuramente prioritarie rispetto a tutte le altre. Appreso tutto ciò, nel novembre 2009, mi sono premurato di inviare adeguate comunicazioni epistolari ai responsabili provinciali degli Enti preposti alle azioni di prevenzione e monitoraggio verso l’accadimento di tali eventi. Ad oggi, solamente la situazione della Via Erice, nel quartiere di S. Giovanni, ha trovato soluzione. Noi, ossia gli abitanti di Ortogrande, siamo ancora in attesa di assegnazione dei Fondi regionali (sollecitati anche dal Commissario straordinario del Comune, che ha realmente compreso l’importanza e la portata della vicenda, e con cui mi sono appositamente e ripetutamente incontrato de visu, rimarcando l’impellenza dell’intervento risolutore) e del relativo decreto ed accreditamento con somma urgenza. Non attenderò oltre, ossia che ci scappi il morto, il quale, purtroppo per lui, forse rappresenterebbe la motivazione per lo sblocco a tale assurda fase di stasi, verso tale palese e riconosciuta situazione, affrontata già da molti anni dagli organi di informazione, con sempre maggiore frequenza e dovizia di particolari. Interesserò anche i vertici locali, provinciali e regionali dell’aggregazione politica nella quale sono inserito (Pdl) e li sensibilizzerò con la produzione di documenti cartacei estrapolati dal citato studio geologico. Nel frattempo, in maniera silente ma continua, gli agenti atmosferici continuano la loro sordida azione di erosione non solo della roccia, ma anche e soprattutto del terreno circostante le formazioni rocciose, che funge, non è dato sapere per quanto tempo ancora, da sostegno ed ultimo baluardo contro la caduta dei massi, vista anche le mancate ed indispensabili opere di piantumazione. Non possiamo attendere oltre. I molti massi in predicato di cadere a valle non avvertiranno nessuno, al momento del loro distacco dai rispettivi siti, con preventivabili ma non quantificabili effetti devastanti, collegati ai quali sfido chiunque ad affermare che non vi sarebbero anche vittime umane. Al momento e per fortuna, siamo ancora nella fase programmabile della prevenzione pura. Comunque, nel futuro immediato, qualora anche le azioni ed i suggerimenti delle componenti politiche non dovessero sortire gli effetti auspicati, proprio in considerazione del fatto che mi reputo una persona del fare e non un attendista (meno che meno in questa specifica situazione), mi riprometto di avviare, congiuntamente agli abitanti del quartiere ed ai vertici politici ai quali riferisco, sollecitazioni ed azioni di ben più ampia portata, visibilità e spessore, verso questa minacciosa Spada di Damocle che incombe sui nostri destini e sulla nostra incolumità. Da ultimo, preciso che quanto da me posto in essere, non vuole rappresentare il preludio ad una mia discesa in campo in vista delle future tornate elettorali, in quanto non devo difendere nessuna posizione o poltrona, bensì ricercare il doveroso raggiungimento dell’incolumità psico-fisica delle persone”.