Taormina. Erano le 2 di notte del 9 maggio quando un violento incendio è divampato nella veranda esterna di un noto lido-discoteca della località rivierasca di Spisone a Taormina. Numerosi passanti in transito per la Strada statale, notate le fiamme, avevano subito segnalato ai Vigili del fuoco e ai carabinieri e qualcuno aveva anche direttamente interessato i proprietari della struttura. Nel primo intervento si era pensato ad un possibile incendio accidentale dovuto ad un corto circuito o ancor peggio all’ipotesi di una ritorsione legata al racket delle estorsioni, ma il quadro della vicenda di lì a poco avrebbe assunto dei contorni ben differenti e forse più grotteschi. La pattuglia dei carabinieri prontamente intervenuta, mentre ancora erano in corso le attività dei Vigili del fuoco si dedicava alla prima fondamentale attività di indagine. I carabinieri si recavano con i gestori della discoteca a visionare i filmati del sistema di videosorveglianza. Dopo il primo spavento dovuto all’incendio giungevano le prime sorprese. Gli inquirenti, affiancati dai titolari, nei monitor della videosorveglianza cominciavano a notare strani elementi. Dalle immagini si potevano apprezzare, nitidamente, le sagome due uomini che accedevano dalla spiaggia e cominciano a cospargere di liquido infiammabile i divanetti e le altre suppellettili presenti sulla veranda del locale. Esclusa dunque l’ipotesi del corto circuito si rendevano palesi, ben più gravi congetture. Nel frattempo, la visione dei filmati dimostrava come le fiamme, pochi istanti prima avessero avviluppato tutti i mobili e le attrezzature musicali. Poi una scena tragicomica ripresa dalle telecamere, con uno dei piromani che prendeva fuoco e correva verso il mare. Nulla di grave per fortuna, anche grazie alla vicinanza delle acque. In realtà forse per un errore di valutazione della benzina doveva essere finita sulle scarpe e sui pantaloni tanto da prendere fuoco insieme alle suppellettili. Poi l’uomo che corre verso la spiaggia e si butta in acqua. Mentre il fuoco inizia a fare i suoi danni i due piromani si allontanano dalla spiaggia, da dove erano giunti. Le immagini del sistema di video sorveglianza però sono fin troppo chiare e consentono di identificare almeno uno degli autori. Carabinieri e titolari della struttura, davanti ai monitor, concordano sull’identità di uno dei piromani. Troppo profonda la conoscenza di quell’individuo, con il quale si erano create varie questioni di rancore. Forse una serie di controversie insolute alla base dell’insano e maldestro gesto criminale che avrebbe potuto portare a danni ben più gravi. Si è poi infatti appurato che alcune persone stavano riposando a pochi metri dall’incendio. Appena acquisiti gli elementi sufficienti, i carabinieri della Stazione di Taormina con i colleghi di Graniti, nel pieno della notte avviavano le ricerche sul territorio di Catania, sede dell’abitazione del presunto incendiario. Era fondamentale comprendere se fosse realmente lui il colpevole e chi fosse poi il suo complice. Solo poche ore dopo, nella prima mattinata si è riusciti a raggiungere l’uomo a Catania e interrogarlo negli uffici della Compagnia di Catania Piazza Dante. Qui i carabinieri di Taormina hanno posto il reo di fronte alla proprie responsabilità rese inoppugnabili dalle prove fino al allora raccolte. Di fronte all’inconfutabilità delle immagini e delle altre risultanze investigative, G.C. agente di commercio catanese, classe 1956, ha ammesso le proprie responsabilità fornendo una precisa ricostruzione dei fatti. È stato poi agevole individuare il complice e raggiungerlo presso la propria attività sempre a Catania. Così anche C.S., 36 enne catanese, commerciante, è stato raggiunto presso il proprio esercizio commerciale e posto di fronte alle proprie responsabilità. L’uomo in questo caso si è detto totalmente estraneo al motivo del contendere e ha dichiarato di aver aiutato l’amico, senza un’apparente ragione e per spirito di amicizia. Al termine dell’attività i carabinieri della Compagnia di Taormina, non essendo più sussistenti gli elementi per un arresto in flagranza hanno deferito in stato di libertà G.C. e C.S. per incendio doloso aggravato. I danni causati da questa maldestra vendetta ammontano a circa 40.000 euro. Ancora una volta il tempestivo intervento dei carabinieri della Compagnia di Taormina, attraverso tutte le sue componenti operative che, di giorno e di notte, vegliano sul territorio, ha consentito di risolvere tempestivamente un caso che poteva creare grave allarme sociale.