Taormina. Un romeno è stato oggi colpito da mandato di arresto europeo per un reato commesso nel Paese di origine. Il giovane di 20 anni si trovava recluso presso la casa circondariale di Enna a causa di un furto aggravato commesso in concorso con altra connazionale sul territorio di Furci. Il provvedimento è stato eseguito questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Taormina che hanno raggiunto l’uomo presso quel carcere e gli hanno notificato il provvedimento emesso dalle autorità romene e inviato dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Le strade dei carabinieri di Taormina e quelle del cittadino romeno si erano già incrociate nel settembre dello scorso anno. Il cittadino romeno era stato infatti arrestato a Furci da quegli stessi carabinieri in collaborazione con un graduato della Guardia di Finanza. Una vicenda questa che già allora aveva avuto notevole risonanza mediatica poiché costituiva un ulteriore episodio di quel grave fenomeno sociale rappresentato dalle truffe e dai furti in danno di anziani. Il 18 settembre dello scorso anno, alle 12.40 circa, il prevenuto insieme ad una connazionale, aveva derubato un anziano signore con modalità oramai tristemente note. I due avevano subdolamente carpito la fiducia della vittima per poi sottrarle pochi euro. Come spesso accade in queste circostanze, ben più grave rispetto al danno economico era stata la ferita interiore e invisibile, la sensazione di essere stati raggirati. Nella peggiore delle tradizioni, la coppia di cittadini romeni aveva raggiunto la vittima mentre passeggiava nei giardini pubblici del comune di Furci. Due chiacchiere secondo una tecnica oramai rodata e il gatto e la volpe erano riusciti a conquistare la fiducia di quella che già nelle loro menti sarebbe stata la prossima vittima. Lo avevano accompagnato a casa e qui il giovane romeno si era fatto consegnare 10 euro per acquistare beni alimentari, poi aveva, con gesto repentino, sfilato dalla tasca dei pantaloni della vittima altri 40 euro e si era dato alla fuga insieme alla sua compagna. Quella corsa era però stata subito interrotta da un finanziere, che passeggiava libero dal servizio e da una pattuglia dei carabinieri della Stazione di S. Teresa prontamente intervenuta in supporto. Un intervento tempestivo ed efficace che aveva posto fine a quella condotta criminale e alle eventuali repliche. I due erano stati arrestati e trattenuti presso le camere di sicurezza della Compagnia di Taormina in attesa della convalida dell’arresto. Poi l’uomo era stato trasferito presso la Casa circondariale ennese. Ma il reato per il quale era stato arrestato non era l’unica macchia sulla fedina penale. Le autorità romene stavano già da tempo indagando sul suo conto in relazione ad una falsa testimonianza rilasciata durante un processo in Romania nel 2010. Il giovane aveva rilasciato false dichiarazioni in merito ad una rapina commessa da un suo connazionale alcuni anni prima. Per quelle dichiarazioni il giovane aveva ricevuto una condanna a quattro anni di reclusione. Per sfuggire alle proprie responsabilità l’uomo aveva abbandonato la Romania e raggiunto l’Italia dove sperava di non essere mai individuato. Per questo aveva anche modificato le proprie generalità creando altre identità differenti. Tutto questo però non è stato sufficiente a garantirgli l’impunità ed ancora una volta, l’attenta attività investigativa ha consentito il raggiungimento di un importante risultato di cooperazione internazionale. Ancora una dimostrazione di come un provvedimento di giustizia possa partire da un punto geografico e ricadere a migliaia di chilometri di distanza, grazie all’attenta attività di analisi degli uffici centrali e la fondamentale azione dei carabinieri delle Stazioni capillarmente distribuite sul territorio italiano.