Taormina. Per anni aveva prestato il proprio servizio, svolgendo le mansioni di custode e factotum, a Taormina presso l’abitazione di una famiglia taorminese, residente da tempo a Roma. L’uomo negli ultimi mesi aveva occupato, con la propria moglie quell’abitazione garantendo una vigilanza ai proprietari che non avevano avuto possibilità di raggiungere Taormina e di verificare il reale andamento delle cose. Per lungo tempo il custode si era dimostrato probo collaboratore e non aveva destato sospetti ma di lì a poco le sorprese sarebbero state eclatanti. Proprio il 5 novembre, i proprietari di casa avevano deciso di raggiungere Taormina per sbrigare alcune incombenze burocratiche. Nel tragitto, dopo un iniziale contatto telefonico, il custode K. G. P., cittadino srilankese di 40 anni aveva risposto telefonicamente ai proprietari dell’abitazione ma poi inspiegabilmente aveva chiuso i contatti divenendo irreperibile e generando non pochi dubbi all’ignara famiglia. In un ultimo contatto telefonico l’uomo ammetteva di aver commesso un furto nella abitazione e di essersi ormai allontanato per ignota destinazione. Giunti a Taormina, con i carabinieri della locale Stazione le vittime effettuavano un sopralluogo dal quale si evinceva che lo straniero aveva praticamente razziato la casa, rubando l’argenteria e ogni altro bene di valore. Aveva addirittura divelto con un flex la cassaforte per asportare i monili in essa contenuti. Dopo l’iniziale sgomento le vittime venivano accompagnate presso gli uffici della Stazione Carabinieri di Taormina per la formalizzazione della denuncia. Il lavoro si protraeva fino a tarda ora e solo nella nottata i carabinieri operanti inserivano le ricerche del colpevole nelle Banche Dati, con preghiera di essere contattati in caso di rintraccio. Ed è così che proprio nelle prime ore della giornata successiva, gli agenti del nucleo di frontiera aerea della Polizia di stato, operativi all’interno della scalo aeroportuale di Roma Fiumicino, contattavano da Roma i militari della Stazione di Taormina riferendo che il citato cittadino dello Sri Lanka era stato fermato e controllato in quell’aeroporto mentre tentava di abbandonare il Territorio nazionale per raggiungere la terra natia. Gli agenti di quel nucleo avevano rilevato in banca dati l’inserimento della Stazione carabinieri di Taormina e dunque avevano preso tempestivi contatti con quella Stazione. Il tempestivo scambio informativo consentiva agli agenti di dichiarare lo straniero in stato di fermo per il furto. La successiva perquisizione sui bagagli che l’uomo stava tentando di imbarcare, consentiva di rinvenire alcuni gioielli e denaro in contanti per un importo non ancora precisato. Ma l’indagine non era ancora conclusa e per questo i carabinieri della Stazione di Taormina hanno deciso di approfondire la questione ed andare a controllare anche le abitazioni di due connazionali del fermato, residenti a Taormina e impegnati in attività di lavapiatti in alcune locali attività di ristorazione. Essendo emersi possibili elementi di responsabilità a carico di questi due uomini legati da vincolo di parentela al fermato, si procedeva alla perquisizione domiciliare dell’abitazione in uso comune ad entrambi ed anche alla perquisizione dei veicoli. Nel corso della operazioni venivano recuperati numerosi oggetti sottratti alla citata abitazione. Piccoli elettrodomestici, cosmetici, alimentari ed altro. Le vittime sempre nella stessa serata venivano convocate in caserma e ricevevano i beni illecitamente sottratti. Nel corso dell’attività conclusasi intorno alle 21 i due uomini venivano denunciati per ricettazione.