Giardini. Il Comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Leonardo Gallitelli e il vicecomandante generale, Stefano Orlando, in queste ultime ore si sono complimentati telefonicamente con i militari della Compagnia Cc di Taormina (guidata dal capitano Gianpaolo Greco), che ieri mattina hanno arrestato due malviventi in procinto di rapinare l’Ufficio postale di via Erice a Giardini. I vertici dell’Arma hanno manifestato vivo apprezzamento “per la professionalità dell’intervento e il coraggio dimostrato dagli operanti, che hanno permesso l’arresto di due pericolosi pregiudicati senza ricorrere all’uso delle armi”. Come si ricorderà, nella mattinata di ieri, 5 gennaio, una pattuglia composta da due Cc della Stazione carabinieri di Giardini (coordinati dal luogotenente Giovanni Fichera), impegnati in un servizio antirapina, pianificato in concomitanza al pagamento delle pensioni, ha intercettato nei pressi dell’Ufficio postale, un’auto Toyota Aigo, risultata poi rubata a Catania, con a bordo due soggetti. A notare la presenza sospetta dei due malviventi è stato l’occhio vigile del comandante della Stazione e del giovane carabiniere, a cui non sono sfuggiti gli accorgimenti usati dai due soggetti per travisare le sembienze del volto. I due indossavano cappellini con ampia visiera, occhiali avvolgenti e guanti di lana. Peraltro, anche le circostanze temporali della presenza dei due soggetti nei pressi dell’Ufficio postale hanno destato perplessità, perché non erano neppure le otto del mattino. Alla vista dei militari, la Toyota Aigo si è velocemente allontanata con a bordo i due soggetti, ma è stata immediatamente inseguita dal mezzo dell’Arma per le strette vie cittadine e sul Lungomare, tra il panico della gente. A causa del brusco arresto della Toyota, il mezzo dei Cc ha tamponato l’auto dei malviventi, che prima hanno cercato di allontanarsi a piedi e, una volta raggiunti dai militari, hanno dato vita con questi ultimi a una violenta colluttazione, nel corso della quale hanno tentato di sottrarre loro le pistole d’ordinanza. Al termine della colluttazione, nel corso della quale tutti gli interessati riportavano lievi ferite, i due malviventi venivano sopraffatti dai carabinieri che li ammanettavano. Nel corso dell’immediata perquisizione personale, uno dei due, nato a Priolo (Siracusa), ma da tempo residente a Roma, è stato trovato con tre pistole addosso, tutte in ottimo stato di conservazione e con le matricole abrase. I caricatori inseriti erano stati accuratamente caricati con i proiettili e una delle tre armi era dotata di silenziatore e presentava il colpo in canna. Il secondo malvivente, di Catania, ha precedenti di Polizia per porto abusivo di armi, rapina a mano armata e stupefacenti. Si è pervenuti con difficoltà all’identificazione dei due criminali, perché uno disponeva di documenti con generalità di altra persona, mentre l’altro ne era completamente sprovvisto. Uno dei due risulta essere ben noto alle forze di Polizia di Roma, perché già arrestato in quanto responsabile di una rapina a mano armata con il sequestro di sette persone, compiuta insieme ad altri due complici il 30 settembre 2006 ai danni di una gioielleria di Viterbo che aveva fruttato un bottino di preziosi superiori ai 3 milioni di euro, poi recuperati dalle forze di Polizia. Uno dei due, inoltre, era ricercato fin dal mese di giugno del 2007 perché era evaso da una comunità terapeutica di Viterbo, dove si trovava a scontare gli arresti domiciliari per la citata rapina. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare la provenienza delle armi sequestrate e la presenza di eventuali complici.