Taormina. “La riapertura del Casinò a Taormina? Fondamentale per il turismo”: sono le parole del taorminese Gennaro Bozzurro, croupier ormai da tantissimi anni in una casa da gioco in Svizzera. “Quando sento parlare di mancata riapertura della sala con tavoli verdi perché ciò porterebbe prostituzione, droga, delinquenza e usura, mi viene solo da ridere. Non è così, queste sono soltanto frasi fatte utilizzate da chi ha l’interesse di non riaprire la casa da gioco nella Perla dello Jonio. In Svizzera ci sono così tanti controlli che questi fenomeni non hanno bisogno di esistere. Ci sono controlli all’ingresso della casa da gioco, ci sono controlli delle forze dell’ordine, ci sono controlli nei vari cambi di moneta. Insomma, i rischi sono davvero ridotti al lumicino. Io lavoro in un piccolo Casinò, che registra, in media, dalle 400 alle 500 visite giornaliere. Ovviamente non parlo né della casa da gioco di Berna né di quella di Zurigo, dove il numero delle visite quotidiane è davvero altissimo. Mi ricordo che quando c’erano i tavoli verdi a Taormina, negli Anni ‘60, la città lavorava tutto l’anno: non c’erano né stagione estiva e né stagione invernale. Dopo la chiusura del Casinò taorminese, è stato fatto veramente poco, a mio avviso, per cercare di ottenere la riapertura della casa e i dati turistici sono sotto gli occhi di tutti. In questi giorni mi trovo a Taormina, ho fatto una passeggiata alla vigilia di Natale e ho trovato il centro storico deserto, malgrado una temperatura accettabile. Bisogna lottare per riacquistare un diritto che spetta alla città di Taormina. Un ultimo consiglio: se tutto andrà per il verso giusto, il mio consiglio è quello di aprire solo un bar all’interno della casa da gioco, con toast, panini e drinks. Chi vuole cenare al ristorante, invece, deve uscire fuori dal Casinò: tutto ciò per fare girare l’economia della città”.