Forza d’Agrò. Nell’incantevole cornice del Convento Agostiniano, nei giorni scorsi si è svolto il convegno che ha concluso il progetto “Assaggi al Convento”, sulle potenzialità dell’enogastronomia del turismo. Ad organizzare l’evento, la sede dell’area jonica di “Archeoclub d’Italia”, in collaborazione con il Comune di Forza d’Agrò, nonché della Provincia regionale di Messina, dell’Unione dei Comuni, del Gal Peloritani, dell’assessorato regionale all’Agricoltura, dell’Osservatorio permanente dei Beni culturali dell’Unione, dei Consorzi Val d’Agrò, Limone Interdonato e Universitario Jonico. “Assaggi al Convento” è stato concepito come un contenitore che ha avuto come protagonista l’enogastronomia del territorio jonico e che si è articolato in un corso e in dei momenti di incontro ed animazione, in cui è stato possibile approfondire i cicli di lavorazione dei vari prodotti tipici del comprensorio attraverso l’individuazione di “Isole”, cioè di momenti di studio specifici, dedicati al vino, al limone, all’olio, alla frutta secca. Accanto all’attività di studio è stata svolta attività ludo-alimentare educativa indirizzata ai bambini, mostre multimediali e degustazioni. A tirare le fila del progetto, il convegno sull’enogastronomia locale, moderato dalla giornalista Cinzia Ciavarella e introdotto da Mimmo Costa, dirigente Archeoclub e coordinatore dell’intera iniziativa. Il sindaco di Forza d’Agrò, Fabio Di Cara, nel porgere i saluti dell’Amministrazione comunale, ha sottolineato l’importanza dell’argomento, soprattutto in un contesto come quello forzese, dove l’enogastronomia e la preziosa attività dei ristoratori locali stanno costituendo un volàno per lo sviluppo turistico dell’intera comunità. Attilio Interdonato, presidente del Consorzio Limone Interdonato, ha illustrato i risultati ottenuti dal Consorzio, chiedendo una “scossa reale da parte della gente”, perché si stimolino i produttori ad avere fiducia nella loro potenzialità. Giorgio Foti, dirigente dell’assessorato regionale all’Agricoltura, ha individuato “nelle politiche volte all’industrializzazione scriteriata” la principale causa della crisi dell’agricoltura che “malgrado tutto, resta oggi il settore trainante per la Sicilia”; ha sottolineato l’importanza “di richiedere ai nostri ristoratori i nostri prodotti, che potrebbero essere interamente assorbiti dal turismo e dai crocieristi oggi presenti sul nostro territorio”; infine, ha evidenziato come “gli incendi e l’abbandono dell’agricoltura hanno determinato il dissesto idrogeologico con i disastri che sono sotto gli occhi di tutti”. Romualdo Santoro, presidente del Consiglio dell’Unione delle Valli Joniche e dei Peloritani, ha puntualizzato l’esigenza di “cambiare politica”. Sulla sua stessa lunghezza d’onda l’intervento dei consiglieri provinciali Matteo Francilia e Nino Muscarello, con quest’ultimo che si è soffermato sull’indispensabilità del “potenziamento infrastrutturale e dei posti letto”. Su produzione agrumicola e produzione enologica sul territorio sono intervenuti Franco Liggi e Damiano Briguglio, in rappresentanza delle rispettive aziende. Filippo Brianni, presidente dell’Osservatorio dei Beni Culturali dell’Unione, ha sottolineato la funzione culturale dell’enograstronomia, nel momento in cui “è in grado di darci importanti dati sul modo di vivere e di pensare di un territorio”. Un concetto ripreso e sviluppato nell’intervento di chiusura dal presidente di Archeoclub, Area Jonica Messina, Santino Mastroeni, il quale ha spronato a “riscoprire l’identità del territorio jonico, anche attraverso l’enogastronomia”.