Taormina. Per il suo 80° compleanno (22 novembre), il grande giornalista taorminese Gaetano Saglimbeni, ex redattore e inviato del settimanale “Gente”, ha annunciato la pubblicazione di due nuovi libri: “Taormina: la storia, i peccati, i grandi amori”, sesta edizione (aggiornata e ampliata) del delizioso libretto che nel 1981 ebbe il premio internazionale “Taormina” per un’opera letteraria di interesse turistico, e “Lady Chatterley a Taormina”, seconda edizione del libro “Lady Chatterley e il mulattiere” pubblicato nel 2003, con sottotolo “la vera storia dei giochi erotici sotto la pioggia che ispirarono il più scandaloso romanzo del Novecento, protagonisti la moglie dello scrittore David Herbert Lawrence ed il mulattiere Peppino D’Allura”. In programma, per entrambi i libri, le edizioni in lingua inglese. Una nuovissima edizione, dunque, per il libro su Taormina che ha venduto di più negli ultimi trent’anni, con nuovi capitoli e tante foto della vecchia e nuova Taormina, dei suoi illustri ospiti di ieri e di oggi, grandi sognatori, grandi peccatori. Pagine sapide e intriganti, che hanno il fascino di uno “spaccato d’epoca: con la storia della città (dalla fondazione ad opera dei Greci, nel 358 a. C., alla unità d’Italia), c’è anche quella di un secolo e mezzo di turismo, con gli “infuocati” amori, le bizzarrie, trasgressioni e follie d’alcova di baroni, nobildonne, banchieri, principesse, magnati dell’industria, signore dell’alta finanza, scrittori famosi, pittori, musicisti, dive e divi del cinema, che l’hanno vissuta da protagonista, la favolosa Taormina di quegli anni, avvicendandosi allegramente sul suo ammaliante palcoscenico. Saglimbeni racconta tutto, amori, peccati, peccatori: le stravaganze del barone Gloeden, fotografo dei ragazzotti nudi agghindati dal dandy della letteratura inglese Oscar Wilde e il duello per i begli occhi di una donna nella Taormina del primo Novecento, che al diciannovenne Hemingway ispirò il suo primo racconto; i giochi erotici sotto la pioggia della baronessa Frieda Lawrence con il mulattiere di Castelmola (il vero “amante di Lady Chatterley”) e le vacanze segrete di Greta Garbo nella villa del dietologo gay che si era rifiutata di sposare a Hollywood; le follie amorose del filosofo-pacifista Bertrand Russell a Casa Cuseni e l’ultima sbandata sentimentale dell’ottantunenne André Gide per un giovane cameriere. Ed l mandolino sfasciato in testa dalla gelosissima Liz Taylor al quinto marito Richard Burton nel salone-concerti del “San Domenico”, per i suoi troppo insistenti sorrisi ad una starlet: anche quel mandolino è nella storia di un secolo e mezzo di turismo a Taormina. Uno dei nuovi capitoli del libro, con l’eloquentissimo sottotitolo “Hollywood a Taormina”, è dedicato alle interviste e foto (con le inevitabili scivolate sul gossip) dei grandi del cinema americano intervenuti alla famosissima “notte delle stelle” nella magica cornice del teatro greco. I loro nomi? Marlene Dietrich, Gregory Peck, Ingrid Bergman, Joan Crawford, Elizabeth Taylor, Richard Burton, Lana Turner, Glenn Ford, Rita Hayworth, Anthony Quinn, Audrey Hepburn, Burt Lancaster, Esther Williams, Charlton Heston, Leslie Caron, Van Heflin, Shirley MacLaine, Cary Grant, Susan Hayword, Anthony Perkins, Julie Christie, Jack Nicholson, Shirley MacLaine, Henry Fonda. Tutti grandi protagonisti di uno spettacolo che si concludeva con le diecimila candeline accese dagli spettatori mentre si spegnevano le luci del teatro e qualche volta anche con il fuori-programma di una spettacolare eruzione dell’Etna (capitò alla emozionatissima Liz Taylor di assistervi, la sera in cui ritirò il “Daid di Donatello”). Di “Lady Chatterley a Taormina” diciamo subito che delle rivelazioni anticipate dal giornalista Gaetano Saglimbeni nell’agosto del 1990 sul settimanale “Oggi”, riprese con molto interesse dai giornali inglesi “The Guardian” e “Mail on Sunday”, dalla stampa di tutto il mondo e pubblicate poi nel libro “Lady Chatterley e il mulattiere”, sono piene le pagine di internet: basta cliccare i nomi di David Herbert Lawrence, Frieda Richthofen in Lawrence, Frieda Lawrence, Peppino D’Allura, il nome del giornalista Gaetano Saglimbeni o il titolo di uno dei suoi due libri su Lady Chatterley, per leggere in migliaia di pagine la vera storia dei famosissimi dei “giochi” sotto la pioggia che la baronessa Frieda Lawrence inventò in un vigneto sopra Taormina ed il marito scrittore trasferì poi, per il romanzo, in un bosco inglese. Nella prefazione al suo nuovo libro su Lady Chatterley, il taorminese Saglimbeni racconta come è arrivato alla scoperta dei veri protagonisti di quei “giochi” nel vigneto sopra Castelmola. “Può sembrare un paradosso”, scrive l’autore, “ma una mano me l’hanno data gli inglesi. Sono stati loro a intuire e scrivere per primi che la signora Connie, affascinante e inquieta moglie dell’intellettuale sir Clifford Chatterley nel famosissimo romanzo ‘L’amante di Lady Chatterley’, era nella realtà la baronessa tedesca Frieda Richthofen in Lawrence, affascinante e inquieta moglie dell’autore del romanzo, che a Taormina soggiornò per due anni e un mese con il marito, dal gennaio 1920 al febbraio 1922. E dunque, si trattava soltanto di scoprire chi, tra i tanti amanti della esuberante nobildonna teutonica, fosse stato ad ispirare il personaggio del guardacaccia Oliver Mellors, partner della signora Connie nel romanzo che gli editori d’oltre Manica si erano rifiutati di pubblicare per oscenità”. Fu il ventiquattrenne mulattiere taorminese Peppino D’Allura l’invidiatissimo partner della quarantunenne baronessa Frieda Laurence in quei “giochi”, non il trentaquattrenne ex bersagliere ligure Angelo Ravagli, come molti giornali hanno pubblicato per decenni. Adesso lo sanno anche quelli che alle rivelazioni arrivate da Taormina ventidue anni fa ai giornali di tutto il mondo fa avevano creduto poco o non avevano creduto affatto. “Non ci voleva molto a capire che il tenente dei bersaglieri Ravagli, affascinante latin lover, non c’entrava per nulla con il guardacaccia amante della signora Chatterley, come non c’entrava nulla con il bosco inglese di Wragby la villa di Spotorno, una ridente cittadina della costa ligure”, ha scritto l’autorevole quotidiano londinese “The Guardian”. Ed il “Mail on Sunday”, sempre a Londra: “Il guardacaccia inglese Oliver Mellors ed il mulattiere siciliano Peppino D’Allura, pur somigliando poco fisicamente, avevano lo stesso carattere, chiuso, introverso, lo stesso sguardo malinconico, la stessa esplosiva vitalità sessuale, ed erano entrambi profondamente legati alla campagna, ai suoi valori, all’humus delle sue zolle, alla solitudine, ai silenzi dei boschi”. Erano contadini e figli di contadini, stallieri e boscaioli (anche questo bisogna ricordare), gli amanti preferiti dalla baronessa tedesca Frieda Richthofen, vestale del “tripudio dei sensi nell’istintivo e salutare abbraccio con la natura” che fu il “credo” sessuale dello scrittore Lawrence ed il leit-motiv dei suoi romanzi, racconti e novelle. Un “modello” per il suo “amante di Lady Chatterley” poteva essere certamente il mulattiere siciliano D’Allura (e tutto lascia credere che lo sia stato), non il Ravagli frequentatore di ville e locali notturni. Andava fiero, l’ex bersagliere di Spotorno, di averlo fatto soltanto a letto, l’amore: mai sotto la pioggia, nella pozzanghera di un vigneto o di un bosco. E francamente non si riesce a capire come un signore che quaranta anni fa diceva ai giornalisti queste cose possa essere stato indicato per tanto tempo come l’invidiatissimo partner della signora Lawrence in quei “giochi”.