Taormina. Ricostruite le arterie polmonari in un bambino di appena un anno e mezzo grazie ad una innovativa procedura effettuata per la prima volta in Sicilia. L’importante e delicato intervento chirurgico è stato effettuato al Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo di Taormina realizzato da quasi due anni in virtù di una convenzione tra l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e la Regione Siciliana che lo ha fortemente voluto. Il bambino, affetto da “atresia polmonare con difetto interventricolare e collaterali sistemico-polmonari”, adesso sta bene e può riprendere la sua vita normalmente. Da adesso quindi è possibile correggere questa patologia cardiaca pediatrica, rara ma molto grave, anche in Sicilia al CCPM di Taormina mentre fin’ora le famiglie siciliane e comunque del Meridione, sono state costrette ad affrontare viaggi della speranza verso altri ospedali italiani. L’intervento effettuato sul piccolo è tecnicamente definito di “unifocalizzazione”. Ad operare il bambino è stata un’équipe di prim’ordine guidata da Adriano Carotti, primario di Cardiochirurgia del CCPM e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il nosocomio che ha raggiunto livelli di eccellenza mondiali nella cura di questa patologia. Accanto a Carotti, c’erano anche i cardiochirurghi Salvatore Agati ed Eugenio Trimarchi e gli anestesisti Stefano Morelli e Rosanna Zanai. Nel dettaglio, il bimbo non solo non era dotato delle arterie polmonari e quindi il sangue affluiva ai polmoni per mezzo di vasi sanguigni collaterali atipici, collegati all’aorta, ma inoltre, contemporaneamente, il sangue ossigenato e non, si mescolava completamente all’interno del cuore a causa della presenza di un’ampia comunicazione tra le camere ventricolari. Un’anomalia che fino a venti anni fa era praticamente impossibile trattare se non con interventi palliativi. Adesso, invece, per mezzo di questo tipo di operazione chirurgica, è possibile “staccare” dall’aorta le arterie anomale ed unirle tra loro allo scopo di realizzare una vera e propria arborizzazione vascolare polmonare che, collegata ad un condotto valvolato e, quindi, al ventricolo destro, ricostituisce in maniera abbastanza fedele all’originale, il sistema circolatorio polmonare. In virtù di ciò è possibile procedere, nel corso della stessa operazione, ad una seconda fase che riguarda la correzione intracardiaca della patologia, cioé alla chiusura dell’ampia comunicazione tra i due ventricoli riportando, quindi, il sistema cardiocircolatorio a funzionare in maniera sovrapponibile a quella di un cuore normale. Questa seconda fase è realizzabile grazie alla novità assoluta dell’intervento effettuato al CCPM, vale a dire l’utilizzazione di una metodica di valutazione immediata della “bontà” della ricostruzione dell’arborizzazione polmonare (avvenuta nella prima fase dell’intervento). Si tratta di un test effettuato in circolazione extracorporea (con l’ausilio di macchinari che sostituiscono l’attività del cuore durante l’operazione) per capire se quanto effettuato nella prima fase può funzionare ai fini della separazione della circolazione polmonare da quella sistemica. Solo in caso di esito positivo, si può procedere quindi con la correzione, restituendo al sistema cardiocircolatorio una condizione di assoluta normalità. L’intervento si è concluso con successo e il bambino è stato dimesso in pochi giorni. “I risultati ottenuti presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma nel trattamento di questa patologia –spiega Carotti – è frutto del lavoro che dal 1994 ci vede all’opera con una serie chirurgica di particolare rilievo e con risultati che pongono la nostra casistica ai primi posti a livello delle eccellenze mondiali. Il fatto di poter trasferire l’expertise maturata a Roma ai colleghi del CCPM di Taormina è per me motivo di orgoglio e di grande soddisfazione nell’ottica della collaborazione tra équipes e dell’ottimizzazione dell’assistenza dei bambini siciliani e delle altre regioni del bacino del Mediterraneo”.