Taormina. Stamani il consigliere provinciale dell’Udc, Matteo Francilia, ha inviato una nota urgente al presidente della Provincia regionale di Messina in merito al mancato finanziamento da parte del CIPE delle opere di protezione degli impianti e di ammodernamento e completamento della rete fognaria riguardanti i Comuni di Castelmola, Giardini Naxos, Letojanni e Taormina. “Nello specifico – spiega Francilia – le opere progettate dal Consorzio Rete Fognante e ritenute non prioritarie da parte del CIPE riguardano il ripristino della condotta sottomarina dell’impianto di depurazione consortile sito in Giardini Naxos, che serve i Comuni di Taormina, Giardini – Naxos, Castelmola); il completamento dell’impianto di depurazione Consortile per il trattamento delle acque nere di Giardini Naxos ed il completamento dell’impianto di deodorizzazione per la riduzione degli odori nelle prime fasi del trattamento dei reflui; il consolidamento del costone S. Filippo a protezione dell’I. D. Letojanni; il ripristino dell’argine sinistro del Fiume Alcantara, a protezione dell’I. D. Giardini Naxos. Al Consorzio, che pur aveva ottemperato a tutti gli obblighi di legge nei tempi previsti, è stato contestato in tutte le sedi che tali opere non ricadevano in Comuni sottoposti alla procedura di infrazione comunitaria e per questo non meritassero un’elevata priorità. Tutto ciò nonostante i ripetuti interventi del personale amministrativo del Consorzio, il quale ha invece evidenziato che in più punti delle relazioni dei tecnici regionali e ministeriali e nelle carte della procedura di infrazione comunitaria si facesse riferimento esplicitamente agli impianti ricadenti nei Comuni di Giardini Naxos e Letojanni. La prova provata che qualcosa ha interferito con la normale prassi burocratica sta nel fatto che la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 19 luglio 2012 cita proprio a pagina 2, tra gli altri, gli impianti ricadenti nei Comuni di Giardini e Letojanni. In virtù della bontà dell’iter amministrativo seguito dal Consorzio non si capisce quindi quale sia stato l’elemento ostativo che abbia portato all’esclusione dei progetti dal finanziamento del CIPE. Sarebbe opportuno rivedere l’intero iter di valutazione al fine di evitare una immotivata e grave discriminazione. Il danno prodotto da tale esclusione è di proporzioni enormi: basti pensare ai gravissimi impatti sulla salute dovuti all’inquinamento del mare ma anche, e soprattutto, al danno emergente di carattere economico poiché un mare sporco, come quello di quest’anno, causa una diminuzione del pescato, una riduzione del numero di turisti con minori introiti per bar, ristoranti, hotel, pensioni, etc., e crea un danno reputazionale incalcolabile, tale che serviranno anni per poter cancellare dalla memoria dei lettori gli articoli di giornale corredati da foto di liquami galleggianti sulle nostre coste. Ecco perché chiedo – conclude Matteo Francilia – che sia il presidente Ricevuto a farsi carico della questione attraverso gli uffici provinciali supportando il Consorzio da un punto di vista tecnico e legale per la stesura del ricorso al Cipe e convocando tutte le parti in causa affinché si faccia chiarezza su un finanziamento determinante per lo sviluppo economico e per la salvaguardia della salute del nostro comprensorio”.