Taormina. La sezione locale del Pd verso una svolta epocale. Claudio Ambrogetti lascia l’incarico di coordinatore?

Taormina. La locale sezione del Partito democratico si appresta al rinnovo anticipato dei suoi massimi incarichi interni. Proprio questo pomeriggio, alle 17.30, nella saletta dei “piccoli incontri” dei Padri Salesiani, la locale sezione del partito di Bersani si appresta a quella che, per certi versi, potrebbe essere considerata una svolta epocale. L’indirizzo emerso da giorni è quello di dare spazio ai giovani. Facce nuove, dunque, in arrivo nel panorama del Pd che ha visto tanti nomi illustri essere sempre sulla breccia ed al centro delle più importanti decisioni cittadine. Ricordiamo, infatti, che fa parte del gruppo l’ex sindaco di Taormina, Mario Bolognari. Fino alle prossime ore il coordinamento sarà retto, dunque, da Claudio Ambrogetti, per circa dieci anni vice sindaco della “Città del Centauro”, proprio con Bolognari. Stando alle indiscrezioni trapelate, però, potrebbe essere proprio Ambrogetti a lasciare spazio ad altre personalità politiche alla guida locale del partito. Sarebbe stata considerata poco appagante l’esperienza di Governo locale con l’attuale primo cittadino, Mauro Passalacqua. Come si ricorderà proprio il Pd è stato sempre a fianco all’attuale sindaco determinandone spesso le scelte. Ora quell’esperienza viene, invece, considerata negativa ed Ambrogetti avrebbe deciso, per questioni di correttezza politica vista la situazione attuale, di passare la palla per guardare decisamente a prossimi anni. Malgrado il fatto Ambrogetti possa non essere più il coordinatore del Partito democratico rimarrebbe per lui un futuro politico. In tanti lo vedono, infatti, come possibile candidato sindaco del gruppo di Sinistra da proporre al tavolo delle concertazioni che si vedranno nei prossimi mesi in vista delle elezioni amministrative. Si attende, quindi, il tono del discorso che lo stesso Ambrogetti annuncerà ai suoi, per percepire l’eredità di idee che quest’ultimo lascerà al suo eventuale successore. Non è escluso, infatti, che malgrado la sua possibile alzata di “bandiera bianca”, l’assemblea possa riconfermargli la fiducia alla guida di una componente che cerca, sempre più, di aumentare la sua consistenza elettorale.