“Se sapessi che è stato di quel sogno che sognai, o che sogno aver sognato, saprei tutte le cose” (J. L. Borges).
“Hotel Metropole” di Alli Traina è una piacevole scoperta. Romanzo breve, ben scritto, di facile lettura, corredato da disegni a china, mette a confronto una Taormina d’oggi con una Taormina di ieri (1902). Protagoniste due donne che portano lo stesso nome, bisnonna e nipote, Leena Sonck, entrambe finlandesi, belle innamorate della Sicilia. Le separa, ma le riunirà alla fine della storia un anello, rubato e poi ritrovato, che un barone nobile e ricco, aveva regalato un tempo alla bisnonna, come pegno d’amore, e che la nipote tiene con cura tra i suoi gioielli. Ed è proprio per ritrovare questo gioiello inestimabile, un reperto archeologico, risalente all’epoca della Magna Grecia, di un valore affettivo immenso, che Leena Sonck (nipote) attraversa l’Europa, dall’estremo nord della Finlandia al sud della Sicilia. Certi misteriosi indizi, infatti, rivelano che l’anello scomparso, dalla casa di Leena a Rauma, si trovi a Taormina. Per dipanare quindi questo mistero, per ricalcare un passato lontano, per ritrovare le proprie origini e capire il perché la sua bisnonna abbandonò giovanissima il marito e il figlio e scomparse nel nulla, che Leena si ritrova all’Hotel Metropole, nella stessa stanza dove aveva alloggiato la sua antenata. Per le strade, i vicoli, le viuzze di Taormina, Leena si pone molti interrogativi, ma allo stesso tempo passo dopo passo riesce aiutata, dalle pagine del diario della bisnonna, da un alquanto bizzarro antiquario, Riccardo, e da una serie di strane coincidenze, a scoprire la verità. Nella stanza d‘albergo la giovane protagonista sogna degli avvenimenti, delle situazioni che le suggeriscono come e dove cercare l’anello ma i meccanismi inconsci –che Leena stessa a volte non riesce a capire- la portano ogni volta a distaccarsi dalla realtà e a farle intuire che il mistero della sua bisnonna e dell’anello può essere risolto solo all’interno del Metropole. Nel suo breve romanzo, Alli Traina ci descrive una Taormina sconosciuta a noi stessi taorminesi doc, una Taormina che non si risolve solo sul Corso o sulla piazza principale ma che sorprende in particolar modo nelle strade, scale, vicoli, cortili, anfratti, sottopassaggi, corsi d’acqua, grotte e sentieri nascosti. Una Taormina descritta e dipinta in maniera magica, che ci riporta indietro nel tempo, quando Goethe e Von Gloden erano tra i suoi più illustri visitatori, e dove Nietzsche ha cominciato a scrivere il suo capolavoro “Così parlò Zarathustra” e Lawrence fu ispirato dai pettegolezzi, che giravano nella cittadina su sua moglie, per il suo più famoso romanzo “L’amante di Lady Chatterley”. “Hotel Metropole” è sicuramente un giallo avvincente che ricomincia proprio quando sembra essere stato appena risolto.
Milena Privitera