Taormina. Venerdì 13 maggio, alle ore 18, alla Fondazione “Giuseppe Mazzullo”, presso il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, il procuratore aggiunto presso la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, presenterà il suo ultimo libro “La giustizia è una cosa seria”, pubblicato da Mondadori. L’evento è promosso dalle Librerie Bucolo in collaborazione con l’Associazione Antiracket e Antiusura Valle Alcantara, con il patrocinio del Comune di Taormina e della Provincia Regionale di Messina. L’apertura dei lavori è affidata al sindaco di Taormina, Mauro Passalacqua, all’assessore alla Cultura della Provincia Regionale di Messina, Mario D’Agostino e al presidente della Fondazione “Mazzullo”, Antonio Lo Turco. All’evento prenderanno parte inoltre Giuseppe Scandurra, presidente della Federazione Antiracket Italiana; Ivo Blandino, presidente di Confindustria Messina e Giancarlo Moschella, presidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura Valle Alcantara. Modererà Antonella Ferrara, vicepresidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura Valle Alcantara e direttore delle Librerie Bucolo. Nicola Gratteri è attualmente uno dei magistrati più esposti nella lotta alla ‘ndrangheta. Impegnato in prima linea nelle indagini sulla strage di Duisburg e sulle rotte internazionali del narcotraffico, vive sotto scorta dall’aprile del 1989. Probabilmente è colui che conosce meglio le distorsioni del sistema penale/investigativo/penitenziario che permettono alle tre grandi mafie italiane di prosperare. Nel libro, Nicola Gratteri torna a dialogare con Antonio Nicaso, studioso tra i massimi esperti mondiali di ‘ndrangheta, per spiegare gli ingranaggi di quella complessa macchina del sistema giustizia la cui riforma non è più procrastinabile. Le proposte avanzate finora dal governo non sembrano capaci di risolvere i tanti problemi in campo, come la lunghezza dei processi, le carenze di organico nei tribunali e nelle procure più esposte alla lotta contro le mafie e il malaffare politico. Ben altre sono, secondo Nicola Gratteri, le riforme che potrebbero aiutare la giustizia: la revisione delle circoscrizioni giudiziarie che ricalcano ancora lo schema ottocentesco, quando le distanze venivano coperte a dorso di mulo, la riduzione del numero dei tribunali, l’utilizzo della posta elettronica per l’esecuzione delle notifiche, la depenalizzazione dei reati minori per riservare il processo penale alle questioni di maggiore allarme sociale e tanti altri piccoli accorgimenti studiati nell’interesse esclusivo della giustizia. Come le tanto contestate intercettazioni che, sottolinea il magistrato, a Reggio Calabria costano 11 euro più iva al giorno contro i 3.000 di un pedinamento da Roma a Reggio Calabria. Anche se in Italia siamo più avanti rispetto al resto del mondo nella legislazione antimafia, c’è ancora molto da fare. Serve la volontà di tutti, per offrire gli strumenti migliori alla magistratura e alle forze dell’ordine, senza intaccare i diritti e le garanzie fondamentali. Perché la giustizia è una cosa seria, ripete spesso Gratteri, e meriterebbe una riforma seria, non strillata, espressione di scelte condivise, concepite nell’interesse generale. Come funziona veramente il nostro sistema giudiziario? Quali leggi sono efficaci e quali invece intralciano l’azione della magistratura? Quali provvedimenti potrebbero essere utili a rendere davvero ostile il terreno per la criminalità organizzata in Italia e nel mondo? A questi e ad altri interrogativi risponderà Nicola Gratteri, venerdì 13 maggio alle ore 18, presso la Fondazione “Mazzullo” a Taormina.