Taormina. Salgono a sei gli arrestati nell’ambito dell’operazione che sabato scorso ha permesso alla Polstrada di intercettare nell’A18, in territorio di Taormina, un tir con 90 clandestini nascosti. In manette, in queste ultime ore, sono finiti due uomini (un iracheno e un palestinese), che dovranno rispondere di inosservanza dei decreti d’espulsione. A margine delle attività, emerge la figura di uno dei sei soggetti arrestati, un 29enne egiziano. Nel pomeriggio di sabato scorso, a seguito dell’intervento effettuato lungo l’A18 dalla Polstrada, i Cc di Taormina e la Polizia Municipale di Taormina, subito attivatisi per collaborare nel rintraccio degli extracomunitari e dei componenti dell’organizzazione datisi alla fuga, hanno messo in campo diverse pattuglie, alcune in borghese, rintracciando complessivamente 8 uomini, tra i quali l’uomo egiziano di 29 anni. Il predetto è stato notato da due Cc in borghese mentre si trovava unitamente ad altri due extracomunitari lungo i tornanti che dal casello autostradale di Taormina portano al centro cittadino, una zona non percorribile a piedi a causa dell’intenso traffico. Una volta che i carabinieri in borghese si sono accostati, il 29enne egiziano ha chiesto loro con una certa premura dove fosse la stazione Fs e a quel punto i Cc lo invitavano a salire sull’auto, dicendogli che andavano proprio in quella direzione. Durante il tragitto, per la cortesia ricevuta, l’uomo aveva cercato di dare ai due accompagnatori (carabinieri), 50 euro che teneva nel portafogli, ma alla fine è stato grande il suo stupore quando ha capito che non era stato accompagnato alla stazione Fs ma alla Stazione dei Cc di Taormina. Oltre al fatto che aveva disponibilità di denaro, l’egiziano aveva qualcosa di diverso rispetto agli altri disperati fuggiti dal tir. Innanzitutto appariva in migliori condizioni fisiche, più curato nella persona e nell’abbigliamento, tanto che portava addirittura le scarpe mentre gli altri due erano a piedi nudi, parlava un perfetto italiano, era provvisto di carta d’identità italiana e risultava essere residente a Roma, come l’autista dell’autoarticolato già arrestato dalla Polstrada. Una volta in caserma, poichè la situazione, benchè complessa, cominciava a farsi sempre più chiara, l’uomo è stato messo alle strette e improvvisamente il suo italiano cominciava a non essere così fluente, tanto che ha iniziato a ripetere di non capire, di essere bracciante agricolo ma di non sapere dove e per chi lavorasse. A quel punto, le risultanze investigative dei Cc, messe insieme a quelle nel frattempo raccolte dalla Polstrada, hanno portato all’arresto dell’uomo, che sembrerebbe non aver fatto parte del carico, ma di aver avuto invece un ruolo di spicco nell’organizzazione del trasporto dei cittadini extracomunitari.